La destra ci riprova e il Pd si accoda. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha chiesto ai vertici della casa di cura Quisisana di Roma di apporre una targa in ricordo di Antonio Gramsci, tra i fondatori nel 1921 a Livorno del Partito Comunista d’Italia, morto nella struttura il 27 aprile del 1937 in regime di libertà condizionata. “Gramsci è una della più grandi personalità intellettuali e politiche dell’Italia del Novecento, ingiustamente perseguitato dal fascismo per le sue idee – ha detto il ministro –. Ritengo doveroso accogliere l’appello di studiosi e cittadini ad apporre una targa commemorativa nel luogo dove si spense”. “Gramsci è stata una delle personalità più influenti sulla politica e sulla filosofia nel Novecento. Costruiremo un immaginario realmente comunitario”, ha esultato il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (FdI). Non è la prima volta che la destra tenta di appropriarsi della figura del padre del Pci: per restare agli ultimi due decenni, se la settimana dopo il ko del 2006 “Il Domenicale” edito da Marcello Dell’Utri titolava “Gramscismo Liberale” per invitare il centrodestra a riflettere sulla sconfitta, nel giugno 2008 il ministro dell’Istruzione Gelmini aveva citato il padre nobile della sinistra in un intervento alla Camera. E poche settimane prima lo aveva fatto il collega alla Cultura Sandro Bondi scatenando una tempesta tra i suoi. Ora tutti d’accordo. Pure il Pd: Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, ha espresso “profondo apprezzamento e piena condivisione per l’iniziativa”.
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