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Il racconto del mondo
In questa settimana la scena culturale internazionale pulsa con eventi che mostrano ancora una volta come l’arte — visuale, performativa, popolare — non sia mai isolata: dialoga con la storia, la politica, i media, le geografie globali.
Al centro dell’attenzione c’è Art Basel Miami Beach 2025, che si è inaugurata con numeri da capogiro: 283 gallerie da 43 paesi, trasformando Miami in un crocevia globale dell’arte contemporanea. Il Giornale d’Italia+2Page Six+2 Nei suoi stand si mescolano nomi consolidati e voci emergenti: ma soprattutto la fiera rispecchia una tendenza più ampia — quella della globalizzazione del gusto, dell’investimento culturale e della spettacolarizzazione dell’arte. Il Giornale d’Italia+2CBS News+2
Parallelamente, da Sydney arriva la retrospettiva di Ron Mueck, titolata Ron Mueck: Encounter: un’esposizione monumentale, la più ampia che l’artista abbia mai avuto in Australia, che raccoglie tre decenni di scultura iperrealista. Tra le opere più impressionanti: una “Pregnant Woman” alta 2,5 metri, e lavori che oscillano dall’intimità domestica a immagini disturbanti di conflitto e vulnerabilità. The Guardian+1
Infine, un frammento che invita a riflettere sulla memoria globale: la quinta edizione di Forever Is Now – manifestazione di arte contemporanea nella piana delle Piramidi di Giza, in Egitto — che fino al 6 dicembre 2025 raccoglie opere e installazioni da artisti di tutto il mondo in dialogo con un luogo simbolo della storia umana. HF4+1
Questi eventi — Miami, Sydney, Giza — raccontano un mondo in cui l’arte non è più confinata: si sposta, si globalizza, dialoga con identità, memoria, territorio. Ma è anche un mondo che ridefinisce cosa vuol dire “fare arte”: spesso ibrida, mediatica, performativa, politica.
L’Italia e la sua scena
Anche in Italia, la settimana racconta un fermento deciso: nuove istituzioni, mostre di rilievo, candidature culturali che uniscono territorio e contemporaneità.
A Mantova, ha aperto al pubblico Sonnabend Collection Mantova, ospitata nel restaurato Palazzo della Ragione. La collezione — storica, influente, transatlantica — diventa finalmente accessibile, offrendo un racconto dell’arte contemporanea che attraversa decenni e continenti. Comune di Mantova
A Gallarate, nel MA*GA Museo d’Arte Gallarate, si inaugura la mostra Kandinsky e l’Italia, dedicata all’influsso che il maestro dell’astrattismo ha avuto sulla scena italiana del Novecento. Un’occasione per rileggere la modernità italiana attraverso il filtro dell’astrazione europea, riconnettendo fili spesso trascurati della nostra storia artistica. Sky Arte
A Milano, il programma autunnale e invernale di mostre nei musei e spazi d’arte continua fitto come da calendario — confermando che, nonostante crisi e complessità, l’Italia resta un territorio vivo per l’arte contemporanea. www.arte.it+1
In parallelo, si avverte una nuova narrativa sul ruolo dell’Italia come “influencer culturale globale”: secondo un recente articolo, quattro italiani — dalla moda alla curatela — entrano nella “top 100 dell’arte mondiale 2025”: Miuccia Prada, Vincenzo de Bellis, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ed Eugenio Viola. www.ilgiornaledellarte.com Questo segna non solo un riconoscimento individuale, ma un simbolo: l’Italia che produce cultura di livello globale, che compete su scala internazionale non solo per il passato, ma per il presente e il futuro.
Infine, la macchina delle grandi manifestazioni italiane in vista delle Olimpiadi Milano‑Cortina 2026 si mette in moto: il mondo della cultura è già coinvolto — con mostre, eventi, iniziative nei musei, piazze e teatri delle regioni coinvolte — a sottolineare come sport e cultura vengano considerati un binomio strategico. www.ilgiornaledellarte.com
In sintesi: l’Italia non sta solo “guardando” al mondo, ma produce, esporta, partecipa — con istituzioni nuove, con mostre, con talenti riconosciuti, con un’attenzione crescente alla scena globale.
Le idee della settimana
Dal flusso di queste notizie emergono alcune idee e tendenze che vale la pena mettere al centro del dibattito culturale:
Arte e mercato globali come sistema di rete
Con Art Basel Miami e la Sonnabend Collection a Mantova, si rafforza l’idea che l’arte oggi è un sistema globale interconnesso: gallerie, musei, collezionisti, fiere e istituzioni dialogano su scala mondiale. Non si tratta più di centri periferici rispetto a New York o Londra, ma di nodi attivi di una rete culturale complessa.
Memoria e territorio come piattaforme di reinterpretazione
La mostra su Kandinsky a Gallarate, insieme all’apertura di spazi come quello di Mantova, mostra l’importanza di rileggere la modernità con consapevolezza storica e geografica. L’Italia diventa luogo non solo di conservazione, ma di reinterpretazione e riscrittura di storie culturali che dialogano con il contemporaneo.
Ibridazione estetica e intersezione tra discipline
Le fiere globali, le collezioni, le mostre: tutto testimonia che l’arte contemporanea non è più “alta” o “bassa”, ma un terreno di ibridazione — tra media, stili, storie, geografie. La presenza di artisti emergenti, la mescolanza di retrospettive e novità, di tradizione e innovazione, indica un’arte che si nutre di pluralità.
Cultura come soft power e identità nazionale fluida
L’inclusione di italiani nella top 100 mondiale, l’investimento culturale in vista delle Olimpiadi, la rete museale e artistica che si rinnova: sono segnali che la cultura diventa leva politica, diplomatica, economica. L’identità italiana non è fissa, ma fluida, aperta, in dialogo con il mondo.
Arte come esperienza, spettatore come partecipante
Mostre come quella di Ron Mueck o le grandi fiere suggeriscono che l’arte non è solo da guardare: è da vivere. È immersiva, stratificata, emotiva. Non bastano le opere: serve un ambiente, un contesto, una narrazione — coinvolgendo lo spettatore in prima persona.
Queste idee non sono fini a se stesse: sono il terreno fertile per nuove produzioni, per curatela contemporanea, per sperimentazione.
Immagini e suoni
In questa settimana culturale il panorama visivo e sensoriale offre tre archetipi forti:
- La fiera globale: le immagini di Miami — stand di gallerie di Los Angeles, Johannesburg, Berlino, Buenos Aires, Tokyo — rappresentano la cultura come rete planetaria. Colori, luci, diversità: un grande mercato, ma anche un grande palcoscenico.
- La scultura come incarnazione del reale: i lavori di Ron Mueck, giganteschi o minimi, iperrealisti, che portano il corpo umano in scala monumentale o fragile — invitano lo spettatore a confrontarsi con percezione, vulnerabilità, identità.
- Il territorio che diventa museo: spazi come il palazzo medievale restaurato a Mantova, o un museo di provincia come Gallarate che racconta l’astrattismo, mostrano immagini di continuità storica, di paesaggio e architettura che dialogano con l’arte contemporanea.
In termini di “suono culturale”, si può immaginare: il brusio di Miami, il silenzio contemplativo davanti a una scultura, il rumore antico di pietre e stanze di un palazzo restaurato — tutti elementi che evocano un’esperienza sensoriale dell’arte più complessa della semplice “vista”.
Visioni dal futuro (innovazione / IA)
La contemporaneità dell’arte e della cultura che emerge in queste notizie apre scenari futuri interessanti, in cui tecnologia, economia culturale e ideazione si intrecciano sempre di più.
- Global art networks digitali: l’assetto di fiere come Art Basel, collezioni come Sonnabend, musei pubblici e privati, suggerisce che in futuro la cultura diventerà sempre più piattaforma, rete, infrastruttura. Strumenti digitali, archivi condivisi, database globali, mostre virtuali — tutto converge a un’organizzazione planetaria dell’arte.
- Arte relazionale e partecipativa: con sculture immersive, installazioni, opere che evocano esperienza — come quelle di Mueck — l’arte non sarà più solo oggetto, ma processo, evento, partecipazione sociale. Questo processo sarà probabilmente mediato da tecnologie (realtà aumentata, VR, digitalizzazione) per rendere l’esperienza accessibile e multilivello.
- Decentralizzazione del centro artistico: non più solo New York, Londra, Parigi: città come Mantova, Gallarate, Miami, Sydney, Il Cairo — o qualsiasi nodo della rete globale — possono diventare centri pulsanti dell’arte. Questo implica un ripensamento del “centro-periferia”, con potenziali benefici per territori spesso marginali.
- Cultura come soft power e diplomazia globale: la partecipazione internazionale, la circolazione degli artisti, la visibilità mediatica, tutto suggerisce che la cultura diventerà leva strategica per relazioni internazionali, economia creativa, identità globale.
- Sostenibilità, inclusione, diversità: con l’allargamento geografico delle fiere, con il coinvolgimento di artisti dall’Africa, dall’Asia, dall’America Latina, la cultura può diventare davvero piattaforma di dialogo tra mondi, sensibilità, storie. L’arte come ponte, non come élite.
In questo orizzonte, chi lavora con la cultura — curatori, storici, artisti, mecenati — ha di fronte una sfida vitale: rendere questi infrastrutture non solo globali, ma anche democratiche, partecipate, etiche.
Focus territorio: Toscana / Amiata
In questa edizione della rassegna non emergono – almeno dalle fonti emerse – notizie specifiche che riguardino direttamente l’Amiata o il territorio toscano in termini di mostre, eventi o iniziative significative. Tuttavia, la dinamica generale offre spunti di riflessione per chi vive e produce cultura in territori come la Toscana:
- Il modello di riqualificazione e apertura di spazi come un palazzo storico a Mantova potrebbe essere replicato anche in Toscana — borghi, castelli, palazzi minori: potenziali sedi di collezioni, mostre, residenze artistiche.
- La decentralizzazione del “centro artistico” suggerisce che anche realtà meno metropolitane possano aspirare a diventare nodi di cultura contemporanea. La Toscana, con il suo patrimonio storico, paesaggistico e umano, ha i requisiti per essere protagonista di questa trasformazione.
- Un territorio come l’Amiata — natura, memoria, comunità — potrebbe offrire l’“altro” necessario: arte che dialoga con paesaggio, identità locale, storie dimenticate. In un mondo globalizzato, coltivare l’identità territoriale può diventare un valore, non un limite.
Invito chi legge a considerare queste possibilità: trasformare storia e bellezza del territorio in piattaforme contemporanee di creazione e sperimentazione.
Agenda culturale internazionale
Ecco alcuni degli appuntamenti e delle mostre internazionali da segnalare nei prossimi mesi:
- Art Basel Miami Beach 2025 — continua fino al 7 dicembre 2025; gallerie da tutto il mondo, installazioni, fiere, mercato, network globale. Il Giornale d’Italia+2Page Six+2
- Ron Mueck: Encounter — dal 6 dicembre 2025 all’12 aprile 2026, presso l’Art Gallery of New South Wales, Sydney. Una mostra imperdibile per chi vuole confrontarsi con la scultura contemporanea e iperrealista. The Guardian+1
- Forever Is Now 2025, nella piana delle Piramidi di Giza — fino al 6 dicembre 2025: un esperimento di dialogo fra presente e passato, culture, continenti. HF4+1
- In Italia: apertura della Sonnabend Collection Mantova, visitabile da fine novembre 2025. Comune di Mantova
- A Gallarate (VA): mostra Kandinsky e l’Italia, al MA*GA, aperta dal 30 novembre 2025. Sky Arte
- Spazi e mostre in diverse città italiane secondo il calendario Musei / gallerie (Milano, Roma, Venezia, Torino, Bologna, Bergamo, Ravenna, etc.). www.arte.it+1
Conclusione
Questa domenica la cultura — intesa come arte, territorio, mercato, memoria, innovazione — appare fronte di collisione e di dialogo: tra passato e presente, tra località e metropoli, tra discipline e geografie.
Da Miami a Mantova, da Sydney al Cairo, emerge una realtà: l’arte non ha più confini. E l’Italia — con i suoi talenti, le sue istituzioni, le sue splendide contraddizioni — può essere protagonista di questa nuova stagione.
Per il lettore, per il curatore, per chi ama: la domanda che resta aperta è semplice e potente: come possiamo contribuire – da dove siamo – a far correre cultura, bellezza, pensiero?





