Iggy Pop & Christine Hynde (The Pretenders) – Candy
13 Febbraio 2023News
13 Febbraio 2023di Pierluigi Piccini
Personalmente non discuto del metodo che ogni movimento o partito sceglie per darsi le rappresentanze politiche e, o istituzionali. Dalle primarie ci sono passato anch’io nel 1991 contro il mio amico Barzanti i partecipanti alle primarie furono 5500. Fu il primo esperimento nazionale, esperienza che lentamente e inesorabilmente ha perso la sua carica innovativa per diventare routine. Le primarie sono una scelta di comodo che mette in sicurezza gli apparati di partito e li deresponsabilizza indebolendo nei fatti la stessa organizzazione che dovrebbero rappresentare. Oggi, appunto, le primarie servono ai gruppi dirigenti per misurare il loro livello di tenuta rispetto ad un elettorato sempre più ristretto anche se di coalizione. Ma vediamo cosa è successo in questi anni a Siena. Ceccuzzi contro D’Onofrio 2461 partecipanti, con la vittoria dell’82% del primo sfidante. Apparato contro una ipotesi di rinnovamento, semplice supposizione quest’ultima in molti ancora la ritengono una consultazione farsa. Successivamente Valentini contro Mugnaioli uno scontro tutto interno agli apparati che vide una partecipazione di 4574 votanti. Mugnaioli voluto da Ceccuzzi che dopo essersi dimesso da sindaco, aprendo la strada al commissario di governo, non aveva potuto partecipare alla consultazione in oggetto a causa dell’avviso di garanzia a suo carico per la bancarotta fraudolenta dello storico pastificio Amato. Divisione che al di là delle apparenze continuò anche durante il mandato amministrativo di Valentini sindaco e che ha lasciato strascichi che persistono tuttora. Ci fu un tentativo iniziale di ricomposizione negli assetti di giunta, la Ferretti già assessore del Ceccuzzi fece parte di quella compagine per volontà di quest’ultimo. Riunificazione solo di facciata, ma non di sostanza che ha pesato sulla stessa operatività del mandato amministrativo dell’ex sindaco di Monteriggioni. E siamo arrivati all’oggi partecipanti 1424 di cui solo 1008 sono andati alla vincitrice Ferretti, un terzo dei partecipanti a quelle del 2013. Qualche burlone ha dato la colpa al terremoto e se fosse anche piovuto cosa sarebbe successo? Ebbene anche se volessimo considerare le primarie come uno strumento democratico non possiamo non constatare che come mezzo si è notevolmente rimpicciolito. Ma ancora una volta lo scontro è tra gli apparati e una ipotesi di innovazione. A questo punto la candidata sindaco, Ferretti, con una lunga storia alle spalle e fortemente voluta da Ceccuzzi rappresenta la debole sintesi, che non sappiamo quanto potrà durare, di un gruppo dirigente che rimane diviso. Un Pd, quello senese che non più tardi di qualche settimana fa ha scelto nella stragrande maggioranza la Schlein come segretaria del partito. Ci vedo qualche incongruenza. E’ evidente che con il risultato ottenuto nella consultazione per le primarie i democratici per andare avanti nella campagna elettorale avranno bisogno di un sostegno esterno. Ora che la Ferretti sia la novità, lasciando perdere l’anagrafe anche se è stata forse l’unico elemento di differenza con lo sfidante Campanini e che possa rappresentare quel nuovo che predica l’alternativa a Bonaccini la vedo molto difficile. Il contemporaneo porta con se delle sfide che non possono essere lette unicamente con la lente del sociale anche se ne rappresenta una parte importantissima. Unico settore, il sociale, “per” il quale ha lavorato la Ferretti; sarebbe già importante nell’oggi parlare nei linguaggi appropriati, come sottolinea Occhetto nel suo ultimo libro, per il momento mi fermo qui. Una scelta fuori tempo, ma il tempo delle contraddizioni del contemporaneo e delle risposte da dare non è risultato chiaro neppure nella proposta del Campanini e ce ne dispiace: un’altra occasione perduta di rinnovamento. Un merito, però, lo ha avuto: quello di rendere chiaro di chi sta con chi. Il partito democratico, almeno quello senese, dall’interno non si riforma e se sei veramente alternativo al sistema questo ti espelle. Vedremo come andrà a finire per la segreteria nazionale ma se tanto ci da tanto tutto si ricompatterà la Ferretti insieme all’apparato senese con Bonaccini. Giravolte a cui sono abituati nella Federazione senese basta ricordare quella tra Veltroni e D’Alema. Non è un caso che la decisione di candidarsi per le primarie la Ferretti l’abbia presa in concomitanza alla presenza a Siena del governatore dell’Emilia (Bonaccini) e della Toscana (Giani).