E’ nata la lista per i “centristi” locali ora le europee, poi le regionali
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6 Settembre 2023di Franco Camarlinghi
Il Pd fiorentino, nelle varie denominazioni successive alla fine della prima repubblica, ha avuto sempre come grande elettore il suo naturale avversario: il centrodestra a trazione berlusconiana. Non ci sarebbe da stupirsi se anche il prossimo anno l’ignavia politica e l’assenza di candidati conducesse la destra locale, ovvero il destra-centro a guida meloniana, a ripetere uno schema usuale per decenni. Quanto sopra è una premessa necessaria per cercare di penetrare nella confusa e per ora iniziale ricerca del dopo Dario Nardella dalle parti del Pd. In una situazione di relativa sicurezza rispetto ad altre realtà toscane, ci sarebbe da aspettarsi, dopo dieci anni del medesimo inquilino in Palazzo Vecchio, una vigorosa competizione fra prospettive politiche e di governo di una grande città nelle contraddizioni del tempo attuale. Allo stato dell’arte ci possiamo confortare con la dichiarazione di voler entrare nella gara per la candidatura a sindaco (o sindaca, sindachessa, come si preferisca) di Rosa Maria di Giorgi, le intenzioni chiare dell’ex assessore Cecilia Del Re e con l’apparizione pubblica di Sara Funaro. Funaro si è certamente distinta nella giunta di Nardella per dedizione al suo ruolo, ma delle sue dichiarazioni sul palco del Teatro Niccolini rimangono in mente due passaggi che più contraddittori non potrebbero essere. Il primo è quello sulla questione che al momento è l’unica di cui si sente parlare, cioè come fare a decidere il candidato per Palazzo Vecchio.
Dopo un tortuoso percorso di distinzioni fra ambizione individuale e ambizione collettiva, tale da confondere le idee anche al più incallito lettore di Elias Canetti e delle sue analisi sui movimenti degli insiemi di individui, ovvero delle masse, la nostra Sara si muove lancia in resta contro le autocandidature che al momento, fra esplicite e intuibili, sono tutte al femminile. Detto questo, la chiosa finale della nostra assessora è quanto mai poco ermetica: quando sarà il momento a domanda risponderà. Un’altra sua considerazione è particolarmente suggestiva per «la contraddizion che nol consente » (forzatura dantesca imperdonabile da parte di chi scrive, ma che nella fattispecie suona bene). Dice Sara Funaro che dopo dieci anni di un sindaco come Nardella, di cui a parte loda l’operato e quindi anche il proprio, è il tempo del confronto sui temi, e l’ambizione collettiva (rieccoci) deve essere quella di «riprenderci» Firenze. Ma come riprenderci, se è una vita che è vostra (politicamente e amministrativamente, s’intende!): forse che qualcuno se l’è presa e voi non ve siete accorti, e neanche noi cittadini? Si riprende qualcosa che si è perso, ma forse inconsciamente fra le righe della riflessione di Funaro traspaiono alcune verità. Hai voglia di fare la lista dal catasto di tutte le buone cose che hai fatto come governo di una città, quando alla fine ti trovi fra le mani un’uscita dalla pandemia di cui non hai saputo prevedere alcun esito e non hai saputo altresì porre mano a niente che ne contrastasse gli esiti avvilenti di oggi e di domani.
Un’altra verità è che la prossima sfida elettorale non può essere affidata alle vecchie convenienze di una vecchia nomenclatura. Mai come in questo caso le primarie sono l’unico modo per decidere non le sorti di una persona individualmente ambiziosa (anche se non c’è nulla di male) ma un progetto politico. Il Pd fiorentino intende recuperare la spinta riformatrice del primo periodo renziano, si propone di allargare il proprio campo al centro o, siccome lì ci troverebbe lo Scout di Rignano, vuole andare in un senso contrario, come sembra di capire da tutto ciò che avviene intorno a Elly Schlein e alla sua smodata passione per Giuseppe Conte? Chissà… basta che il Pd non ci condanni a dover sapere giorno per giorno, per mesi e mesi, cosa vuol fare l’uno o l’altro a cui venga in mente di essere il candidato del Pd, possibilmente senza primarie. Dalla destra non temiamo cose simili: di solito arrivano al candidato quando sta per partire la corsa finale.