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Un cambio in Giunta che non cambia nulla
Ogni volta che a Siena si libera una poltrona, si riaccende la passione politica. Non per la città, ma per la sedia. La partenza di Enrico Tucci verso Firenze ha scatenato una gara di disponibilità degna di un casting: chi si dice “a disposizione del sindaco”, chi invoca la sicurezza come priorità assoluta, chi finge distacco ma si fa trovare pronto.
Nel frattempo, Siena attende. Attende un’idea, una direzione, un segnale che vada oltre i nomi e gli equilibri di partito. Da più di un anno la Giunta Fabio galleggia tra cerimonie, inaugurazioni e dichiarazioni prudenti. La parola “visione” sembra bandita, e l’illusione che un cambio in Giunta possa invertire la rotta è ormai solo un esercizio di comunicazione.
La città perde studenti, lavoro e vitalità, ma il dibattito resta chiuso nel recinto delle deleghe. Si discute di chi avrà la sicurezza o la mobilità, come se bastasse una nomina per ridare energia a un’amministrazione spenta. Intanto le decisioni si rimandano, le occasioni si perdono, e Siena continua a consumarsi in una gestione quotidiana senza orizzonte.
Il vero nodo non è chi entrerà in Giunta, ma cosa potrà realisticamente fare quella Giunta. Perché a questo punto è troppo tardi per programmare qualcosa di concreto o per invertire la rotta. L’obiettivo sarà solo arrivare alla fine del mandato senza altri danni. Ma non sarà certo un rimpasto a restituire a Siena il senso e la direzione che ha smarrito da tempo.