C’È DEL LAVORO DA FARE
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2 Maggio 2023di pierluigi piccini
Succede sempre il giorno dopo le elezioni: ci sono i creduloni che si risvegliano dicendosi stupiti, pensando che sarebbe stato differente dai cinque anni precedenti. Altri che dall’alto della loro esperienza dicono agli elettori più o meno delusi che li avevano messi in guardia durante la campagna elettorale. Qual é il tema? La presunta rottura tra i partiti del centrodestra e il “ricciarello magico” capitanato da Castagnini, che nasconde una strategia identica a quella di cinque anni fa e mette, nello scenario, un identico risultato. È chiaro che il centrodestra non poteva andare con i vari Bellandi & C. dopo tutto quello che era successo nel lustro appena trascorso, ed era necessario inventarsi qualcosa: la rottura! Serviva trovare un candidato alternativo ai partiti e mettere in scena una sceneggiata per rendere tutto digeribile agli elettori senesi. Del resto al secondo turno certe differenziazioni sono abbastanza ininfluenti, se poi dall’altra parte ci fosse la Ferretti il tutto sarebbe più facile. A questo proposito basta mettere in giro qualche falsa notizia, qualche sondaggio addomesticato e il gioco è fatto. La città è piccola: basta far passare alcune parole d’ordine perché si diffondano a macchia d’olio. “Lo sai che? Mi raccomando tienilo per te…” e via discorrendo. Ma è arrivato il buon Tajani e un sondaggio con un margine di approssimazione del 6%. Tajani ci ha fatto capire che era tutta una farsa, De Mossi ha lavorato bene e Castagnini rappresenta un approdo che non gli fa perdere la faccia politicamente. Poi, come finta alternativa, una donna era perfetta. Di Montomoli e della cattiva gestione fatta da parte di Michelotti e Tucci neppure un accenno. Ma siamo sicuri che il siluramento di Montomoli ora in versione Warhol (un po stancante a dire il vero, vecchio, non originale) sia dovuto alla sua appartenenza massonica? O forse al fatto che non fosse funzionale al progetto di Michelotti? Un Michelotti che ha usufruito dell’apporto del ricciarello magico per diventare parlamentare e che getta sempre un occhio particolare all’urbanistica e a Capitani, quello del vorrei ma non posso. Sempre tormentato come il giovane… non lo dico, sarebbe troppo. Ho visto leggendo qualche libro come “Meloni segreta” che l’attenzione per l’urbanistica è sempre stata alta nei Fratelli d’Italia romani con particolare attenzione ai centri commerciali. Ci starebbe stata bene una frase tratta dal solito Gattopardo che non dirò. Oppure un “vi abbiamo messo in guardia” saprebbe di presunzione. La frase di Andreotti che a pensare male si fa peccato, ma ci si indovina è obsoleta. Allora, come chiudere questo appunto di viaggio? Una volta si diceva che saremmo morti tutti democristiani e visto come è andata a finire non sarebbe stato male, ma anche lo scudo crociato non ha resistito, ormai ci sono soltanto i Pooh sempre lì a cantarci Piccola Katy. Per non morire dentro il groviglio un micro suggerimento di bordo: lasciamo perdere gli amici, i parenti quelli che hanno fatto qualcosa insieme e guardiamo con occhio distaccato ma partecipato, prendiamo informazioni incrociandole. Insomma non ci fermiamo alle apparenze e alle promesse: diventiamo elettori consapevoli che non devono nulla a nessuno e che guardano a ciò che sarebbe meglio a come vivere progredendo. In sostanza, diventiamo cittadini.