Afghanistan due anni di Taleban
15 Agosto 2023Francesco De Gregori e Francesca Gobbi “Anema e Core”
15 Agosto 2023LA MODIFICA DELLA STATUA SOVIETICA È COSTATA 700MILA EURO
Non più « Madrepatria» ma « Madre Ucraina». È così che, d’ora in poi, gli ucraini chiameranno la gigantesca statua che sorge a Kiev dal 1981: una guerriera in titanio, con una spada nella mano destra a sferzare il cielo della capitale, alta 62 metri. Venti in più rispetto alla Statua della Libertà di New York. Al monumento non è stato cambiato solo il nome. I lavori di ristrutturazione appena conclusi l’hanno ripulita dai simboli che ne caratterizzavano l’identità sovietica. Al posto della falce e del martello riprodotti sullo scudo dell’eroina è stato installato lo stemma del tridente.
La struttura stata progettata agli inizi degli anni ’70, insieme al museo nazionale che ne fa da piedistallo, come memoriale ai caduti della Seconda Guerra mondiale e al patriottismo ucraino degli anni 1941-1945. Fu inaugurata, quarant’anni fa, da Leonid Breznev, allora segretario del Partito Comunista dell’Urss di cui Kiev era una repubblica federata. L’imperialismo sovietico ha caratterizzato ogni dettaglio dell’opera che, non è un caso, ha lo sguardo rivolto verso Mosca. La “derussificazione” delle città ucraine è regolata da una legge approvata dal Parlamento nel 2015 che, tuttavia, esclude dagli interventi i monumenti della Seconda guerra mondiale. Molti, soprattutto dopo l’invasione
dalla Russia, avrebbero voluto vederla abbattuta e sciolta in un forno. È stata una consultazione popolare, l’anno scorso, partecipata dall’85% della popolazione, a decidere che sarebbe rimasta lì dov’è, sulla collina vicino al fiume Dnepr, ma con i simboli sovietici sullo scudo rimossi. Il tridente che ne ha preso il posto, forgiato con acciaio rigorosamente ucraino, è costato quasi 700mila euro, come ha riferito il quotidiano britannico The Telegraph. Verrà ufficialmente presentato il prossimo 24 agosto, giorno in cui ricorre il 32esimo anniversario dell’Indipendenza ucraina. È un sigillo che rimanda al dominio di Volodymyr il Grande, sovrano della città-Stato di Kiev mille anni fa. La nota diffusa dal ministero ucraino della Cultura il 6 agosto, al termine dei lavori di ristrutturazione della guerriera, spiega: «Crediamo che questo sia l’inizio di una nuova fase per la rinascita della nostra cultura e della nostra identità, il rifiuto definitivo dei simboli e delle narrazioni sovietiche e russe». Amara la reazione di Mosca. «Questa è l’essenza del regime di Kiev », ha commentato su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. « La madre non può essere rinominata – ha aggiunto –. Lei è una. L’unica cosa che si può fare è amarla. Ma loro non sanno come».