Repubblica al discorso sullo stato della nazione in un cinema semivuoto. Promesse miliardarie alla vigilia del voto. Posti di comando agli “eroi” dell’offensiva in Ucraina
Rosalba Castelletti
MOSCA — Margarita Olshanskaja e Nadezhda Kravchenko sono «incuriosite» dalla novità. È la prima voltache il discorso di Vladimir Putin sullo stato dell’unione viene trasmesso al cinema, in diretta e gratis, e anche se hanno soltanto 16 anni, pochi per votare, vogliono «sentire che cosa ha da dire il presidente sui giovani ». «Siamo in piena campagna elettorale », dice Eduard Tsvetkov, 44 anni. «È importante capire quali progetti ha in serbo il presidente per il futuro». Mancano due settimane alle presidenziali e stavolta, come nel 2018, l’annuale messa cantata del leader del Cremlino davanti a tutta l’élite politica, militare e religiosa del Paese è innanzitutto un programma dei suoi prossimi sei anni al Cremlino. Un comizio elettorale. Che dura 2 ore e 7 minuti: un record assoluto che dà l’idea della posta in gioco. A Putin non basta la vittoria schiacciante. Vuole il plebiscito. E per essere sicuro che il suo verbo raggiunga più gente possibile, il discorso viene proiettato nelle scuole e nei cinema di 20 capoluoghi, compresa Mosca. Peccato che in pochi abbiano raccolto l’invito.
Al Cinema Baltika, terzo piano del centro commerciale Kaleidoscope, Nord-Est della capitale, gli spettatori sono una decina scarsa. Sale semivuote anche a San Pietroburgo, Perm e Saratov. Neppure una persona a Ufa, scriveNovaja Gazeta Europe.
Buio in sala. Sullo schermo appare il conto alla rovescia diRossija 1.L’inizio è previsto a mezzogiorno, ma Putin si presenta 15 minuti dopo. Inizia parlando di Ucraina. E lo fa con toni trionfalistici, forte dei recenti successi. Se la prende con l’Occidente «colonialista » che «incita conflitti in tutto il mondo» e «al posto della Russia» vorrebbe «uno spazio dipendente, in declino e morente dove fare ciò che vuole ». Dedica un minuto di silenzio ai caduti. Poi passa in rassegna l’armamentario nucleare che presentò nel 2018: Kinzhal e Zirkon «già utilizzati », Avangard e Peresvet «in servizio », Burevestnik e Poseidon «in fase di test», Sarmat «consegnato alle truppe». «È tutto pronto o in fase di completamento», dice alla platea riunita a Gostinyj Dvor, a due passi dalla piazza Rossa. È la premessa per rendere più credibile la minaccia che seguirà, la risposta alla proposta di Emmanuel Macron di inviare truppe Nato in Ucraina. «Ricordiamo il destino di coloro che inviarono i loro contingenti nel nostro territorio. Ma ora le conseguenze saranno molto più tragiche. Devono capire che anche noi abbiamo armi chepossono colpire obiettivi sul loro territorio. Che tutto quello che stanno inventando minaccia davvero un conflitto con l’uso di armi nucleari e quindi la distruzione della civiltà, non lo capiscono o cosa? Hanno già dimenticato cos’è la guerra, pensano che sia un cartone animato». Ma il dispiegamento di armi nucleari nello spazio o i presunti piani di attacco contro l’Europa sono «demagogia». Capitolo chiuso. Putin adesso si rivolge all’elettorato chiamato a riconfermarlo. E annuncia un programma di obiettivi da raggiungere entro il 2030. Non una data a caso, ma la scadenza del suo quinto mandato. È la fiera delle promesse: investimenti per edilizia; trasporti; famiglie; scuole. Due punti premono a Putin: promuovere la natalità e portare l’aspettativa di vita dai 73 anni attuali a 78, che è l’età che avrà lui a fine mandato. «Smetti di bere e mettiti sugli sci», dice parafrasando un vecchio slogan sovietico. Il media indipendente Agentsvocalcola che in totale Putin ha annunciato spese per oltre 10mila miliardi di rubli. Il politologo Sergej Radchenko commenta: «È il discorso più irrealistico di un leader russo da quando Nikita Krusciov promise la costruzione del comunismo entro il 1980». Al Baltika qualcuno si allontana per tornare con un cono gelato, qualcun altro scrolla il cellulare o si appisola.
Ma quello che tutti i giornali e commentatori governativi considerano il «punto più importante del discorso», Putin lo riserva per la fine in quello che la stampa definisce un «colpo da maestro». Annuncia che gli «eroi dell’Operazione militare speciale dovranno assumere posizioni di comando». Che le élite non sono più coloro che «si sono riempiti le tasche negli Anni ’90. La vera élite è quella che serve la Russia. Non vi deluderanno, non si ritireranno e non vi tradiranno », conclude annunciando «l’era degli eroi». A Gostinyj Dvor scrosciano gli applausi. In totale sono stati 116, scrive il deputato Sergej Mironov. Al Cinema Baltika, invece, nessuno reagisce. Quando suona l’inno, solo in due si alzano in piedi, ma non cantano. Andrej Vorobiov, 41 anni, si dice soddisfatto, in particolare del programma riservato agli eroi: «Sono patrioti ed è giusto che partecipino allo sviluppo del Paese». Ha soltanto un rimprovero da fare: «Vorrei che il Cremlino lavorasse di più coi giovani. Stanno sempre su Internet e si bevono la propaganda occidentale. Bisogna educarli». Un discorso di due ore in cinema-visione non basta.