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2 Aprile 2024Il direttore della Normale risponde alle polemiche, ma Gasparri: percorso antisemita
Giulio Gori
pisa «Non interrompiamo nessuna collaborazione, non boicottiamo e non chiediamo a nessuno di boicottare». Dopo giorni di polemiche, il direttore della Normale di Pisa, il professor Luigi Ambrosio, interviene per chiarire il significato della mozione con cui il Senato accademico della Scuola ha chiesto al ministero degli Esteri di rivalutare il bando di collaborazione scientifica con Israele.
Quel documento che ha ricevuto censure dal ministro dell’Università Anna Maria Bernini, dal console onorario di Israele in Toscana Marco Carrai, dalla maggioranza del comitato direttivo dell’Associazione Amici della Scuola Normale, e anche da Lega e Iv, secondo Ambrosio è stato mal interpretato.
Il direttore della Normale in una lunga nota spiega che la Scuola non ha interrotto alcuna collaborazione con le Università israeliane, dato che «al momento non ne abbiamo di strutturate». Falsa, a suo giudizio, è anche l’accusa di boicottaggio: «La Normale è e resta aperta alla collaborazione con studiosi e atenei di tutto il mondo. Nella mozione facciamo riferimento a diverse iniziative di studio e confronto», compresi degli stanziamenti per assegni di ricerca rivolti a ricercatori sia israeliani, sia palestinesi. L’obiettivo della mozione è un altro, secondo il docente: chiedere alla Farnesina di valutare che la collaborazione scientifica non diventi un modo per sviluppare tecnologie militari, con la richiesta di «una riflessione non solo interna, ispirata dall’Articolo 11 della nostra Costituzione, in merito al rischio di cosiddetto dual use — civile ma potenzialmente anche militare — di alcune ricerche scientifiche e tecnologiche. È in quest’ottica che abbiamo chiesto al Ministero degli Esteri di riconsiderare attentamente i bandi di cooperazione con tutti gli Stati esteri che coprono non solo l’area strettamente scientifica, ma anche quella industriale e tecnologica». Secondo il direttore Ambrosio, inoltre, la Normale non ha neppure preso posizione sul conflitto tra Israele e Palestina, «a meno che non si voglia ritenere tale la richiesta di rilascio degli ostaggi e del cessate il fuoco, posizione ufficiale del Parlamento italiano e del Consiglio di Sicurezza dell’Onu».
Ai microfoni del Tg1, per Pasqua, la ministra Bernini è tornata ad attaccare la mozione della Normale, che è «profondamente sbagliata perché le Università non si schierano, le Università non entrano in guerra. Le università sono luoghi dove si può esprimere qualsiasi opinione, anche la più radicale, con un unico limite, imprescindibile e invalicabile: no violenza». Ieri è intervenuto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Non si cerchino alibi per una posizione che non ha nulla a che vedere né con la scienza e né con i principi della democrazia. L’Università Normale di Pisa si è avviata su un percorso di antisemitismo come quella di Torino»
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