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Prendiamo spunto dalle dichiarazioni di Giovan Battista Zona rilasciate a SienaPost. Con l’obiettivo di mantenere un approccio distaccato, non intendiamo inserirci nel dibattito interno a una forza politica né assumere alcun ruolo specifico. Tuttavia, è impossibile ignorare le dinamiche che coinvolgono il Partito Democratico (PD), una forza politica determinante a Siena, nella sua Provincia, in Regione e seconda a livello nazionale. L’analisi sul ruolo che questa forza politica intende giocare nel futuro rimarrà argomento di altri articoli.
Zona, nel suo intervento, chiarisce che il gruppo “Passione Democratica” non è stato costituito per creare ostacoli, bensì per promuovere un confronto autentico e proporre una candidatura condivisa, lontana dalle logiche correntizie del PD senese. Non manca una critica al ritardo della segretaria Rossana Salluce nel presentare la sua squadra, visto come segnale di incertezza. Zona, tuttavia, riconosce il valore dell’apertura al dialogo manifestata da Simone Vigni durante il congresso e conferma l’intenzione di trasformare “Passione Democratica” in un’associazione entro gennaio, con l’obiettivo di proseguire la lotta per un vero rinnovamento del partito. Il PD viene accusato di essere gestito da pochi, restando chiuso a dinamiche di cambiamento.
Pur prendendo atto delle intenzioni dell’intervistato, rimane il dubbio che questo movimento non possa tradursi in una nuova corrente interna al PD senese. Tale scenario rischierebbe di riproporre le storiche divisioni del partito, spesso legate non tanto a un confronto sui contenuti o sui progetti per il territorio, ma piuttosto a logiche di spartizione del potere. Siena, oggi, ha bisogno di progettualità e di una visione futura: i cittadini percepiscono sempre più fortemente questa necessità, in un contesto in cui tutto sembra svolgersi in modo episodico e frammentato.
Certamente, la responsabilità primaria delle azioni sul territorio spetta a chi governa, ma sarebbe riduttivo considerare il PD solo come forza di opposizione. Nel sistema degli organi intermedi, infatti, il PD a Siena non è minoranza, ma una forza di governo effettivo. E, in questo ambito, dimostra una compattezza spesso in capo a “qualcuno”che contrasta con le difficoltà interne del partito.
Ma qual è allora il problema? La questione sembra risiedere nella perdita di una chiara capacità di direzione, nel non essere più un punto di riferimento per un sistema complesso. Le logiche particolaristiche e personali sembrano prevalere, coinvolgendo anche alcuni amministratori locali. Questa situazione porta a una mancanza di progettualità generale e alla conseguente assenza di una visione per il futuro.
Non si tratta di immaginare un modello dirigistico, dove tutto dipenda dalla politica, ma di ristabilire una capacità di proposta e di selezione delle professionalità necessarie per dialogare con il territorio in un’ottica “unitaria”. L’assenza di una progettualità chiara pesa soprattutto sui cittadini, alimentando un crescente distacco dalla politica. Inoltre, l’attuale sistema sembra favorire dirigenti che non si confrontano con il voto elettorale e che, di fatto, diventano i principali referenti del partito senza assumersene le responsabilità.
Chiudiamo qui, per il momento, consapevoli di aver solo sfiorato un tema che merita ulteriori approfondimenti. Torneremo su queste riflessioni, perché riguardano la democrazia, il confronto politico tra le forze in campo e, non meno importante, il futuro di noi cittadini di questo territorio.