Il reportage
CLICHY-SOUS-BOIS — Nel luogo che 19 anni fa rese famosa nel mondo la banlieue parigina di Clichy- sous-Bois non c’è nulla che ricordi la tragedia di Zyed e Bouna. Samira Boussaid, che vive due villette più in là, ricorda però tutto benissimo. «Ero qui, avevo 20 anni, la polizia a un certo punto se ne andò passando da quella strada». Il 27 ottobre 2005 Zyed Benna et Bouna Traoré, 17 e 15 anni, dopo aver giocato a pallone gironzolavano in strada, e qualcuno chiamò gli agenti pensando che fossero ladri. Dopo esser stati interrogati sul posto, scapparono dentro questa centrale elettrica e morirono fulminati. La sera scoppiarono le rivolte nelle banlieue, con auto alle fiamme e scontri con la polizia. «Dopo l’incidente il quartiere rimase senza elettricità per ore – dice Samira – Tante cose sono cambiate, ma non abbastanza. Io lavoro nella finanza e per arrivare con i mezzi pubblici alla Défense ci metto 80 minuti. Così i giovani se ne vanno».
Oggi che l’estrema destra del Rassemblement National è a un passo dal governo, che aria si respira nelle banlieue? Per cercare di capirlo siamo andati a Clichy-sous-Bois e abbiamo anzitutto bussato alla porta di Aclefeu, associazione nata proprio dopo gli incidenti del 2005 e che da anni è diventata la portavoce di questa banlieue.
Pelati, pannolini, sale. La coordinatrice Zoulikha Jerroudi prepara le buste con cui aiutano 1.200 famiglie. «Anch’io nel 2005 marciai, per chiedere la fine delle violenze. Da allora, come vede, ho la foto di Zyed e Bouna attaccata al muro, per non dimenticarli mai. Oggi l’abitato è cambiato, ma la miseria è la stessa. Il sindaco ha fatto tanto, è vicino alla gente. Ma il governo nazionale è un’altra cosa». Ecco appunto. E se arrivasse al potere Marine Le Pen? «Saremmo tutti molto tristi. Temiamo che cambi anche il rapporto con la polizia. Perché gli adulti non rispondono alle provocazioni, ma i giovani sì, e può succedere di tutto. Si metta nei panni di un ragazzo della banlieue, che magari appartiene a una famiglia che serve la Francia da generazioni. E arrivano questi signori dell’estrema destra a dire che loro non sono francesi perché hanno il doppio passaporto (Il Rn ha già minacciato di vietare a questi cittadini, che in Francia sono tantissimi, i lavori legati alla sicurezza nazionale, ndr )». Zoulikha Jerroudi fa una pausa e si sistema il velo. È alta e massiccia e sorride calma anche quando parla con veemenza: «Anch’io sono una binazionale. Sono nata in Marocco e sono arrivata qui a nove mesi. Sono anche musulmana. Eppure, mi creda, sono molto repubblicana. Io amo la Francia e lavoro per lei. Mi piace l’odore della Francia e anche la sua bandiera. E sfido chiunque, a partire dal signor Bardella e dalla signora Le Pen, a dire che loro sono più francesi di me, ha capito?». «Ma le dirò di più – aggiunge – È l’estrema destra a non essere abbastanza francese. Loro vogliono dividerci, il Paese dei diritti dell’uomo nelle mani degli estremisti, si rende conto?». Già il presidente Nicolas Sarkozy, le ricordiamo, in quel fatidico ottobre 2005 definì racaille ,feccia, i giovani delle banlieue: «Ma da quello che è venuto poi fuori mi pare che la vera racaille fosse lui – sbotta – C’è questa idea che i giovani di periferia siano dei buoni a nulla, ma che cosa fa la borghesia del centro? ». Se vince Rn ci saranno sommosse? «Non penso. Ma la collera sì, saremo in collera».
La sede di Aclefeu sorge a pochi passi da quelli che, anche grazie al filmI miserabili , sono considerati il simbolo di Clichy-sous-Bois: i palazzoni di Chêne Pointu, l’equivalente locale delle Vele di Scampia. Uno youtuber australiano recentemente ha fatto arrabbiare tutti perché ha filmato gli interni disastrati e fattocredere che questa sia Clichy- sous-Bois. Ma stiamo parlando di un posto che è in via di distruzione. «Verranno demoliti sette palazzi da dieci e undici piani e tre da quattro piani, si sta già cominciando», ci racconta Natalia Izquierdo, colombiana minuta e tostissima, responsabile di Maison du Projet, una casetta all’ombra di Chêne Pointu che informa i cittadini – anche con tour in bicicletta – sul Coeur de Ville, il megaprogetto comunale che dal 2015 sta trasformando la cittadina, come dimostra l’assordante enorme cantiere accanto. Parchi, alloggi, un conservatorio. Senza dimenticare che ora c’è il tram T4 che porta verso Parigi e nel 2026 arriverà la metro. Ma la demolizione di Chêne Pointu è l’operazione più simbolica: «Lo Stato compra gli appartamenti dai proprietari e poi li distrugge. Se gli abitanti non possono permetterselo, li aiuta anche a trovare una nuova sistemazione», spiega Izquierdo. Ci sono i giardinieri al lavoro, il nuovo commissariato, i bambini al parco che provano la rovesciata con la maglia di Ronaldo. E icasseur ? Laracaille ?Forse «a quest’ora dormono », come ha ironizzato una candidata del Rn a Corrèze? Per alcuni però il rinnovamento è solo maquillage, perché la disoccupazione resta al 42%. Intanto gli elettori domenica hanno premiato la sinistra, detentrice del potere locale, con il 68%, pur con una affluenza al 49%.
Il punto semmai è che la vittoria del Rn può far tornare indietro le lancette della storia, rinfocolare le tensioni e cancellare i timidi progressi. I sindacati di polizia lanciano l’allarme per il weekend. Lo storico Michel Winock parla di rischio guerra civile. A mezz’ora da qui, a Bobigny, un algerino è stato ucciso da un agente senza motivo. La miccia è insomma sempre dietro l’angolo.
Sulla strada verso il tram T4 incontriamo “Marc. P” – così vuole farsi chiamare – insieme a due amici. «Cosa penso del Rn? Che è razzista», dice. Gli chiediamo l’età e per chi abbia votato: «21 anni. La France Insomise. Ma quante domande fai, sei un poliziotto?». E se l’estrema destra vince, ci saranno sommosse? «Qui non credo, si sono imborghesiti – risponde accendendosi una sigaretta – Ma in altre banlieue non si sa. Se fanno leggi contro noi giovani sarà il caos, puoi scommetterci».