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10 Febbraio 2024Petrucci: case troppo care per la classe media, dal dialogo col Comune nuovi studentati ma non basta
Giulio Gori
C’è una larga fascia di universitari che «non si può permettere di vivere nella città in cui ha scelto di studiare, trovandosi così impossibilitata a frequentare le lezioni». Mercoledì, alle celebrazioni del centenario dell’Università di Firenze, il rappresentante degli studenti Carlo Spadoni ha denunciato una città diventata insostenibile a causa degli affitti.
A 24 ore di distanza, la rettrice Alessandra Petrucci raccoglie quella denuncia-appello: «Lo studente ha raccontato un problema reale e grave, che riguarda non solo gli studenti ma anche loro: al di là di una fascia di reddito “nera” che, anche se non sempre, riceve una tutela da parte del Diritto allo studio regionale, c’è una ben più ampia fascia di reddito “grigia” rappresentata da persone della classe media che non possono sostenere certi affitti», spiega Petrucci. Che aggiunge: «L’Università è cosciente di questo problema, non sta a guardare e ha sempre dialogato e continua a farlo con tutte le istituzioni che possono portare soluzioni e risorse. L’Università non esiste senza studenti». Se la rettrice con queste parole sembra rompere il riserbo che ha caratterizzata gran parte del suo mandato, vuole restituire l’idea che il suo lavoro sotto traccia non sia mai venuto meno: «C’è un dialogo importante con il Comune, che per esempio porterà, grazie ad azioni legate al Pnrr, alle case dello studente ai Lupi di Toscana e di San Salvi. Parliamo di più di cento alloggi, non insediamenti da trascurare. Le case dello studente non sono però l’unica soluzione, la popolazione studentesca è variegata e le risposte devono esserlo altrettanto. Penso per esempio al fatto che Firenze ha gli stessi prezzi di Roma e di Milano, ma ha un territorio e una popolazione incommensurabilmente più piccoli; per questo, uno dei nostri obiettivi è iniziare un dialogo con altri Comuni vicini: potrebbe essere una soluzione abitativa per una parte della popolazione studentesca, che, a sua volta, potrebbe anche riportare un po’ di vita in posti, diciamo, un po’ dormienti».
Il prossimo futuro, dopo il record dei 61 mila iscritti di quest’anno, farà registrare un calo di studenti a causa della curva demografica verso il basso: «Un problema che a breve avranno tutti gli Atenei. Dobbiamo lavorare per diminuire gli abbandoni e aumentare la nostra capacità di attrazione, che inevitabilmente dipende anche dal tema dei costi. La programmazione è fondamentale: definire i numeri, le tipologie di studenti, come strutturare l’offerta, come articolarla, sarà una delle nostre principali sfide per il futuro».
«Il problema del caro affitti è molto pressante e non c’è stata finora capacità di prevenirlo — dice il professor Francesco Alberti, urbanista dell’Università di Firenze, facendo eco alle parole della rettrice — Non solo studenti, ma anche lavoratori, giovani coppie, single, sono stati vittime di un processo di sostituzione, a causa di chi approfitta di una rendita di posizione per trasformare gli appartamenti in locazioni turistiche». L’urbanista punta l’indice anche sulle politiche nazionali: «A livello statale si è fatto l’errore colossale di puntare a far cassa vendendo i beni demaniali. A livello locale, talvolta, ci si è accodati a questa filosofia. Eppure tante strutture, come le caserme, avrebbero potuto essere utilizzate per fare spazio a percorsi diversi dalle residenze di lusso».
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