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Il post con le parole sul padre, dopo la polemica su quello di Rauti
Paola Di Caro
ROMA Dopo la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti — figlio di Pino, che del partito fu segretario — e nonostante le polemiche, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa ha voluto ricordare i 76 anni della nascita del Msi. Certamente orgoglioso della sua militanza a destra, lui — che è tra i fondatori di Fratelli d’Italia — su Instagram ha celebrato l’anniversario «nel ricordo di mio padre, che fu fra i fondatori del Movimento sociale in Sicilia e che scelse con il Msi per tutta la vita la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana».
Immediata un’altra valanga di proteste, nel silenzio ufficiale di molti esponenti di spicco di FdI. Parla il vicecapogruppo alla Camera Alfredo Antoniozzi («Le polemiche del Pd sono pretestuose e ingenerose», perché il Msi era un «partito inserito nelle regole costituzionali» e di «galantuomini»), ma tace Meloni. La premier ha sempre difeso le sue radici però, tra i tanti che ieri hanno protestato, ci sono anche i massimi esponenti della comunità ebraica, con la quale Meloni tiene molto ad avere buoni rapporti, come dimostrato anche in occasione della sua presenza alla cerimonia di accensione della Chanukkah a Roma. Ed è proprio Ruth Dureghello, presidente della Comunuità ebraica di Roma, ad attaccare La Russa: «Quando si ricoprono ruoli istituzionali il nostalgismo assume contemporaneamente contorni gravi e ridicoli. Non sono accettabili passi indietro, soprattutto dalla seconda carica dello Stato». Dello stesso tenore la critica dell’Unione comunità ebraiche: «Si celebrano oggi i 75 anni dalla promulgazione della Costituzione repubblicana» ma c’è chi esalta la «fondazione del Msi partito che, dopo la caduta del regime fascista, si è posto in continuità ideologica e politica con la Rsi».
Naturalmente la polemica è anche politica, nonostante il portavoce di La Russa Emiliano Arrigo precisi che il presidente «ricorda il padre che — testuale — ”scelse con il MSI per tutta la vita la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana”. La piena adesione del Msi alla democrazia e al Parlamento è storia e nessuno può negarla».
Non la pensano così dal leader dei Verdi Angelo Bonelli che chiede le dimissioni di La Russa e Rauti, come Laura Boldrini, e il candidato Pd per il Lazio Alessio D’Amato che parla di «incompatibilità» di La Russa, mentre per la presidente dei senatori Pd Simona Malpezzi «con tutto l’umano rispetto per i padri di Rauti e La Russa, le loro uscite nostalgiche verso il Msi sono gravi. Chi rappresenta le istituzioni non può non ricordare che le radici democratiche del Paese e la nostra Costituzione sono antifasciste». Parla di «sfregio alle istituzioni democratiche» l’Anpi con Gianfranco Pagliarulo e proteste arrivano anche da Azione-IV e M5S.