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26 Novembre 2022Nuovo annuncio per lo storico locale e la società del magnate sotto inchiesta rilancia
Per le Giubbe Rosse potrebbe essere la volta buona. Il direttore operativo di Nannini, Michele Mazzeo, ha messo un punto sul calendario: «I lavori stanno procedendo. Febbraio, marzo saremo pronti per riaprire». In realtà, l’occasione di tirare su la saracinesca doveva essere già arrivata.
A maggio, presentando l’investimento da un milione di euro per lo storico caffè, la società aveva indicato novembre come termine per l’apertura dopo 4 anni di stop. A dicembre dell’anno scorso la proprietà annunciò l’apertura per aprile 2022. I dipendenti erano 50, mentre oggi si attestano sulla trentina. Il locale allora doveva comprendere una biblioteca, adesso dovrebbe contenere «un circolo culturale».
Non si può fare a meno del condizionale, perché la programmazione del celebre marchio di dolciumi, che ha diversi progetti anche su Siena, è legata a doppio filo con Igor Bidilo. Il magnate kazako che negli ultimi anni si è mosso con disinvoltura tra Roma, Milano, Firenze e appunto Siena, dove è padrone di quasi tutti i locali di piazza del Campo. Anche in riva all’Arno non scherza, perché insieme alla Giubbe Rosse, punta diritto su Palazzo Pitti.
Prima di addentrarci nei piani aziendali, c’è una premessa doverosa. L’imprenditore tre anni fa è entrato dell’inchiesta Hidden Partner, mossa dalla Procura di Siena. Per gli inquirenti, tra rogatorie internazionali e varie ramificazioni aziendali, non è stato semplice arrivare a chiudere il cerchio. A metà ottobre però quel punto esclamativo è arrivato, perché si sono concluse le indagini. I reati, per Bidilo e per le altre 13 persone coinvolte, comprendono, a vario titolo, autoriciclaggio, corruzione, truffa, appropriazione indebita e reati tributari.
Al centro del lavoro dei magistrati una serie di compravendite di società e ingenti flussi e finanziari in Italia e all’estero, tra cui Svizzera, Cipro, Estonia, Lettonia, Isole Vergini Britanniche. La loro lente si è concentrata in particolar modo sulla società Sielna spa, attraverso la quale il magnate del petrolio dal 2014 ha operato in Italia. A gennaio il giudice si dovrebbe esprimere sull’eventuale rinvio a giudizio. Un eventuale procedimento potrebbe mettere in discussione la strategia aziendale, già minata dal Covid.
Durante la pandemia, con i conti bloccati per via dell’inchiesta, il pagamento degli stipendi è andato a singhiozzo. A Siena il Caffè Scudieri, dopo una breve apertura, è stato chiuso a lungo, creando non poco allarmismo nei lavoratori.
Diretta conseguenza di un’espansione inarrestabile. Se all’ombra della Torre del Mangia ha tenuto il proprio baricentro, soprattutto per la facilità di mettere in fila gli esercizi commerciali, a Firenze Bidilo ha pensato in grande. Caffè Scudieri, Giubbe Rosse e appunto Palazzo Pitti, dove dal 2019 attraverso Nannini gestisce il bar.
L’attività però adesso si allargherà, perché con la vittoria nell’ultimo bando di gara, sono previste l’apertura di un Kaffeehaus e di due punti mobili all’interno dei giardini di Boboli: la durata dell’appalto sarà decennale. Gli occupati previsti sono tra 20 e 25. Un successo arrivato sul filo di lana ai danni di Opera Laboratori. L’offerta economica del player culturale era nettamente migliore, ma Nannini ha fatto la differenza a livello progettuale. A detta di un dirigente della società, sia il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, sia il sindaco Dario Nardella, sarebbero rimasti piacevolmente sorpresi dalle idee proposte. Alla fine la differenza nel punteggio è stata inferiore a un punto.
Le mire sul capoluogo vanno di pari passo con la pianificazione di Siena, croce e delizia del regno del magnate. C’è un nuovo capo-pasticcere a sfornare prelibatezze, Federico Betti, allievo di Iginio Massari, e la voglia di nuove aperture: una dovrebbe essere il Caffè Alfiere. Il rilancio sulla città comprende anche un piano di assunzioni. Mazzeo ha parlato di «un centinaio di posti di lavoro». L’ambizione non manca. I problemi neppure.
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