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25 Gennaio 2024La situazione internazionale e i conflitti sono molto diversi da come li descrive Franco
La Nota
UNA DIFESA PUNTUTA DI DECISIONI CONTROVERSE
di Massimo Franco
La Giorgia Meloni che si è presentata ieri in Parlamento per rispondere alle domande di deputati e senatori, è apparsa sulla difensiva più di quanto fosse prevedibile. I sondaggi le sono favorevoli, idem la situazione internazionale. E le Europee si delineano se non come una passeggiata, come un appuntamento dal quale non emergerà comunque indebolita: rispetto agli avversari e agli alleati. Eppure, il modo in cui ha replicato alle critiche, tra sorrisi ironici e aggressività, ha trasmesso la sensazione di una premier non proprio sicura delle proprie scelte.
Gli attacchi sul patto di Stabilità, sui tagli agli ospedali, sulla riforma delle regioni che divide l’Italia, erano scontati. Che la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, e il capo del M5S, Giuseppe Conte, avrebbero criticato il suo governo con durezza e una scontata dose di strumentalità era nelle cose. Per questo, il modo in cui la leader della destra ha reagito è sembrato la spia di un esecutivo che si sente circondato, se non schiacciato dai problemi; problemi diversi, veri, gravi, ai quali cerca di rispondere come può a causa di difficoltà oggettive.
La sensazione è che lo scontro parlamentare tenda a esasperare la premier: soprattutto quando viene messa in discussione la sua politica sociale. Essere dipinta come chi fa tornare l’Italia all’epoca dell’«austerità» le deve suonare inaccettabile. E la stessa irritazione emerge quando Schlein la accusa di tagliare le spese sanitarie penalizzando il Sud; Conte arriva a definirla «Re Mida alla rovescia»: nel senso che distruggerebbe tutto quello che tocca, invece di trasformarlo in oro.
Sono indicative le parole con le quali si è difesa dall’accusa di privatizzare una serie di aziende nei prossimi tre anni per incassare 20 miliardi di euro. «Concordo pienamente», ha detto, «sul fatto che le privatizzazioni non debbano avere come unico scopo quello di fare cassa per ridurre il debito pubblico…». Il fatto che a puntarle il dito contro siano forze da lei ritenute responsabili della situazione disastrosa del Paese inasprisce i suoi toni.
Sentirsi rimproverare dal M5S, promotore del reddito di cittadinanza e del Superbonus, di buttare i soldi, la induce a una reazione puntuta. Ma rischia di farla apparire ossessionata dai complotti; e tentata di scaricare ogni responsabilità all’esterno. In realtà, guida una maggioranza senza alternative. I conflitti nei quali è coinvolto l’Occidente le danno visibilità, peso e stabilità. E se gli alleati si smarcano a intermittenza, è perché temono di esserne sovrastati. Eppure, sembra quasi che la premier non sia pienamente conscia della propria forza.