’Sold out’: non sorprenda l’uso del termine abbinato a biblioteche o teatri. In qualsiasi parte d’Italia, dove arriva il professor Alessandro Barbero il ’tutto esaurito’ è garantito. È un segno che al Bel Paese piace (e molto) sentir parlare di storia. E sarà forse anche per questo che i primi due incontri della serie ’La prima età moderna in Val di Chiana Senese’, andati in scena nello scorso fine settimana a Chiusi (sala S.Francesco) e Sarteano (Teatro degli Arrischianti), abbiano raggiunto le duecento presenze complessive.
Avrà contribuito anche l’annunciato intervento del professor Duccio Balestracci, uno che nel raccontare la storia mette passione, ma sono numeri a cui il territorio non è abituato e dunque le motivazioni di tanta partecipazione devono essere più profonde. “Non ho difficoltà ad ammettere che l’entità delle presenze ci abbia sorpreso” afferma Agnese Carletti, presidente dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese, ente titolare dell’iniziativa nell’àmbito del progetto ’Reveles’ che ha portato alla pubblicazione di un primo fascicolo, dedicato al ‘500 e al ‘600. “Ma fin dall’impostazione abbiamo pensato a un messaggio chiaro e coinvolgente – prosegue Carletti –, con il cartellone di incontri che toccano tutti e dieci i Comuni dell’area e che ho personalmente chiesto che fosse definito in tutti i suoi appuntamenti prima di essere reso pubblico”.
E se già le vicende dei due personaggi vengono indicate come paragonabili a una ’soap opera’ contemporanea, lo sforzo di rendere popolare la materia, senza rinunciare al rigore storico, appare ancor più evidente. “Probabilmente, a fronte di una ‘voglia’ di iniziative del genere – riflette Carletti –, non ce ne sono abbastanza. E questo ci dice anche che il valore delle nostre comunità è superiore al giudizio corrente di superficialità che pende sulla società italiana. Anche nell’ambito della candidatura a Capitale della cultura, venuta dopo la gestazione di Reveles, bisogna creare occasioni per stimolare questi interessi o soddisfarne il desiderio”. Diego Mancuso
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