Casa quanto mi costi
10 Ottobre 2024L’austerità e i limiti del piano Draghi
10 Ottobre 2024
di Massimo Franco
I l danno che la maggioranza sta causando a se stessa non riguarda tanto l’aumento della pressione fiscale, ma lo spettacolo di confusione offerto dagli alleati. Tra chi, come il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, leghista, evoca sacrifici per tutti, e il suo leader Matteo Salvini che lancia un altolà, la distanza è siderale. Ma lo è anche con la stessa premier, Giorgia Meloni, e con l’altro vicepremier Antonio Tajani, di FI. È come se, senza volerlo, si combattesse per confermare o correggere gli impegni elettorali: operazione acrobatica.
Si fa capire che servono soldi, e tanti, per la manovra finanziaria; e in parallelo si assicura che le tasse verranno ridotte. È uno scontro tra la realtà dei conti pubblici in rosso, e una demagogia che alimenta l’illusione di una ripresa forte e senza sacrifici. Purtroppo, come ha certificato Bankitalia, la ripresa sarà minima. E per arginare il debito occorreranno misure impopolari. Il tentativo di smentirlo sta creando un cortocircuito di cui l’esecutivo è responsabile e vittima.
Ne è responsabile perché le tensioni interne rendono difficile qualunque strategia unitaria in materia economica. Ogni partito di destra ha il suo blocco di interessi da proteggere. Da qui le dichiarazioni contraddittorie, gli annunci e poi le smentite su un’imposta patrimoniale, più o meno camuffata. E tutto mentre da Palazzo Chigi si insiste sui successi ottenuti: anche se in materia di occupazione, ad esempio, sono stati fatti passi avanti indubbi. Ma i veti reciproci tra FdI, Lega e FI, il conflitto sulla riforma regionale, le divergenze sulla politica estera, cominciano a pesare un po’ troppo.
In questo senso il governo è anche vittima di quanto accade. Come primo risultato, è riuscito a compattare opposizioni divise e poco credibili: se non altro perché hanno come stella polare quella di attaccare l’esecutivo su tutto, sapendo che fare una legge finanziaria fuori dalla maggioranza non richiede senso di responsabilità. Forse è vero che Meloni potrebbe essere confermata premier anche nella prossima legislatura, come teorizzano i suoi fedelissimi additando la pochezza degli avversari.
Non si capisce bene, però, perché ne parlino quando mancano ancora tre anni alla scadenza naturale. Il problema, almeno per ora, non sembra quello delle elezioni anticipate. La sfida è come affrontare il tempo che rimane di qui al 2027 governando e non galleggiando; dando un’idea di unità della destra e dimostrando una visione del ruolo dell’Italia. È evidente che il governo Meloni rischia il logoramento per arginare lo scontro quasi patologico tra i partiti che lo compongono. I sondaggi, è vero, lo premiano ancora. Ma il passato insegna che il vento può cambiare rapidamente.