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8 Settembre 2022Il rapporto di Save the Children lancia l’allarme, anche sulla dispersione scolastica: è oltre l’11%
Jacopo Storni
Ricomincia la scuola, ma non per tutti. In Toscana oltre uno studente su dieci (l’11,1%) abbandona la scuola prima di finire le superiori, mentre la percentuale dei 15-29enni senza scuola, formazione o lavoro è pari al 17,9%. È quanto emerso nel nuovo rapporto «Alla ricerca del tempo perduto» di Save the Children.
Prima c’è stata la pandemia e la didattica a distanza, adesso la crisi energetica. Tutto questo non ha ripercussioni soltanto sull’economia, ma anche sull’educazione. Sempre più famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e non riescono neppure a provvedere alle esigenze scolastiche dei figli. Libri, trasporti, computer. I costi lievitano e i genitori sono in difficoltà. La conseguenza è un ritardo educativo degli alunni, una conseguente disaffezione allo studio che, portata alle estreme conseguenze, significa un abbandono scolastico. Questo avviene soprattutto laddove esiste già uno svantaggio socio economico, e così si creano ulteriori disuguaglianze tra le fasce della popolazione.
L’Italia è in ritardo. Il confronto con l’Europa è pesante, visto che l’incidenza della dispersione scolastica, nonostante i progressi compiuti, nel nostro Paese resta tra le più elevate in assoluto dopo quella della Romania (15,3%) e della Spagna (13,3%), ed è ben lontana dall’obiettivo del 9% entro il 2030 stabilito dalla Ue. A partire dal collegamento tra povertà materiale e educativa in Italia, il rapporto analizza alcuni deficit strutturali del sistema scolastico nazionale e locale, in termini di spazi, servizi e tempi educativi, come mensa e tempo pieno, palestra e agibilità delle scuole. Su questo la Toscana è virtuosa.
Le classi a tempo pieno (40 ore) nella primaria arrivano al 52,8% (solo 4 regioni superano il 50%), e quelle in cui manca sono 3.492, con un «investimento annuo stimato per attivarlo di 62 milioni». Riguardo alla percentuale delle scuole primarie provviste di mensa, le punte con oltre l’80%, a livello italiano, si registrano proprio in alcune province toscane: Prato ha il 90%, Firenze l’88%, Lucca l’84,1%, Pistoia l’82%, seguite da Siena (80%), Pisa (78,4%), Grosseto (75,6%), Livorno (74,1%), Arezzo (67,2%) e Massa-Carrara (66,2%). Riguardo alla secondaria di I grado, le percentuali di quelle dotate di mensa sono in generale più basse, ma sono ancora le province toscane e del Nord Ovest a garantire maggiore copertura. In particolare spiccano con percentuali sopra al 60%, Firenze (73,9%) e Prato (85,6%).
Per invertire la rotta, Save the Children avanza proposte al futuro governo. «Serve un investimento straordinario che parta dall’attivazione di “aree ad alta densità educativa” nei territori più deprivati, per assicurare asili nido, servizi per la prima infanzia, scuole primarie a tempo pieno con mense, spazi per lo sport e il movimento, ambienti sicuri, sostenibili e digitali» ha detto Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa dell’associazione. E poi una proposta: «Scuole e uffici scolastici dovrebbero vigilare sui tetti di spesa dei libri» ha aggiunto Antonella Inverno, responsabile politiche infanzia-adolescenza Italia-Europa di Save the Children. Quanto alle istituzioni locali, «la Regione Toscana, come altre, per gli studenti più bisognosi prevede coperture di 300 euro annue per libri e servizi scolastici, che però spesso non coprono il fabbisogno dello studente».
Save the Children ha chiesto aiuto anche a due giovani docenti, Sara Bucefalo e Matteo Nesti. Lui, 29 anni, fiorentino, insegna informatica al Gobetti Volta di Bagno a Ripoli dallo scorso anno ed p un tik-toker da 275 mila follower. Gli hanno chiesto un video «per abbattere gli stereotipi legati alla scuola e invitare gli studenti a una riflessione più profonda». Nei suoi video è abituato a ironizzare sulla scuola ma ora «devo creare un confronto tra uno studente svogliato e me dove cerco di portarlo nella realtà: lui vuole fare l’informatico e inventare delle app, ma se non si mette d’impegno a studiare…».
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