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«Nessun passo in avanti al Cairo» L’esercito di Tel Aviv ha emesso nuovi ordini di evacuazione per Deir al-Balah nella Striscia di Gaza e l’Onu sospende gli aiuti. Secondo il ministero della Sanità, governata da Hamas, il bilancio delle vittime è salito a 40.435 morti
Nell’interminabile gioco di specchi che da dieci mesi insanguina il Medio Oriente, dove la rappresaglia anticipa la rappresaglia, l’escalation chiama un’altra escalation e il lavorio infinito della diplomazia misura solo l’indisponibilità di tutti ad arrivare a un abbozzo di pace, va registrato l’ennesimo stop dei negoziati: niente tregua per ora. E la giornata di domenica, segnata dai raid “preventivi” di Israele in Libano e la risposta di Hezbollah – che ha lanciato 340 katyusha su 11 obiettivi mi-litari, 210 secondo l’esercito israeliano – sembrano affondare le speranze di una ripresa rapita delle trattative. Come scrive la Reuters, «la diplomazia dei mediatori, Qatar, Egitto e Stati Uniti non è riuscita a colmare il divario tra Israele e Hamas, i cui leader si sono accusati vicendevolmente di aver fatto naufragare i tentativi di accordo». Due fonti della sicurezza egiziana hanno fatto sapere che «né Hamas né Israele hanno accettato i diversi compromessi presentati dai mediatori durante i colloqui al Cairo domenica».
Osama Hamdan, funzionario di Hamas, ha sostenuto che il gruppo «ha respinto le nuove condizioni poste da Israele durante i colloqui, a cui peraltro non ha partecipato» aggiungendo che «i commenti degli Stati Uniti su un imminente accordo erano falsi e miravano a scopi elettorali». Usa che continuano, a parole, a spingere. Secondo quanto riportato dall’Associated Press da un funzionario statunitense, i negoziati per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi continueranno dopo che l’incontro del fine settimana non ha risolto tutte le differenze. Le trattative continueranno «a livelli più bassi» nei prossimi giorni nel tentativo di colmare le restanti divergenze. Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby ha parlato addirittura di «progressi ». Il ministero della Difesa israeliano, da parte sua, ha fatto sapere che dall’inizio della guerra gli Stati Uniti hanno consegnato ad Israele più di cinquantamila tonnellate di armamenti e attrezzature militari compresi «veicoli blindati, munizioni, dispositivi di protezione individuale e attrezzature mediche, essenziali per sostenere le capacità operative dell’esercito durante la guerra in corso». Da parte sua l’Egitto ha ribadito L’Egitto ha affermato che non che non accetterà alcuna presenza israeliana» lungo lo strategico Corridoio di Filadelfia. Sul fronte diplomatico, va infine registrata la visita in Iran del premier del Qatar, Al Thani.
Ieri le sirene d’allarme sono entrate in funzione in diverse comunità del nord di Israele dopo il massiccio bombardamento di domenica mattina. L’Idf ha chiesto agli abitanti di Zarit, Shomra, Adamit, Hanita e Arab al-Aramshe, nella Galilea occidentale, di cercare un rifugio. Da parte sua l’esercito israeliano, domenica sera, ha emesso nuovi ordini di evacuazione per Deir al-Balah nella Striscia di Gaza centrale. Secondo quanto riporta ancora la Reuters, «negli ultimi giorni Israele ha emesso diversi ordini di evacuazione in tutta Gaza, il numero più alto dall’inizio della guerra, provocando proteste da parte dei palestinesi, dell’Onu, costretta a sospendere le operazioni umanitarie per la riduzione delle zone umanitarie e l’assenza di aree sicure». Sawsan Abu Afesh, interpellato dall’agenzia, ha detto che lei e i suoi figli sono stati sfollati 11 volte. Secondo fonti mediche palestinesi, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 7 persone. Due sono stati uccisi a Deir al-Balah, due in una scuola nel campo di al-Nuseirat e tre nella città meridionale di Rafah, vicino al confine con l’Egitto. Altri sette palestinesi sono stati uccisi in due attacchi israeliani separati, cinque in un’auto a Khan Yunis e due persone in una scuola a Gaza City. Secondo il ministero della Sanità della Striscia, controllato da Hamas, il bilancio delle vittime palestinesi è salito a 40.435 morti. In totale, dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, il 7 ottobre, sarebbero 93.534 le persone ferite.