Vittorio Di Trapani, presidente della Federazione nazionale della stampa italia e giornalista di Rainews, ha denunciato le pressioni subite dai giornalisti del servizio pubblico: “Sempre di più ci stanno chiedendo di essere parte della guerra. Non possiamo accettarlo, i giornalisti non possono stare da nessuna parte. Se devo sceglierne una, sto dalla parte delle vittime, tutte le vittime”. Di Trapani si è poi soffermato sulla tragedia palestinese e sul racconto mediatico schiacciato sulle ragioni israeliane: “Oltre 120 giornalisti sono stati uccisi a Gaza e sottolineo uccisi perché il cambiamento del linguaggio è anche questo. Non capisco perché da una parte si parli di persone uccise e dall’altra di persone che muoiono”.
Un argomento ripreso da Lucia Goracci, storica inviata di guerra della televisione pubblica, a partire da una domanda provocatoria: “Quanto vale la vita di un palestinese?”. Il freddo calcolo riportato da Goracci, osservando il peso che i media italiani hanno dato alla liberazione di quattro ostaggi israeliani a fronte dell’uccisione di oltre 270 gazawi, è che “la vita di un cittadino di Israele vale 68,5 vite palestinesi”. Una sproporzione insopportabile: “Perché nel nostro racconto giornalistico quei quattro ostaggi, che ovviamente avevano tutto il diritto di essere salvati, sono gli unici esseri umani compresi nel perimetro del nostro sguardo?”. L’intervento di Goracci si è chiuso con un invito ai colleghi: “Andiamo nelle trincee ucraine ma magari anche in quelle russe; non ci troveremo Putin, ma soldati stanchi della guerra proprio come quelli di Kiev”.
La piattaforma di “No peace no panel” è sostenuta – tra gli altri – dall’Ordine dei giornalisti, dalla Cgil e dalla Rete italiana pace e disarmo, per la quale ha preso la parola Francesco Vignarca: “Negli ultimi mesi, nonostante il pericolo nucleare sia tornato imminente, sentiamo parlare di armi e guerra tutti tranne noi, la nostra esperienza su questi temi è sparita dall’orizzonte dell’informazione”.
L’incontro
si è chiuso con la promessa di Floridia: “Mi farò promotrice di un atto di indirizzo della commissione di vigilanza affinché la campagna ‘No peace no panel’ venga recepita dalla Rai, nel pieno rispetto delle sensibilità di ciascun commissario. È giusto che abbia voce anche chi è contrario a una economia di guerra, per trovare una soluzione ai conflitti diversa da quella militare”.