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26 Giugno 2022Museo Novecento
diElisabetta Berti
A una settimana dalla riapertura del Forte Belvedere, il direttore del museo Novecento Sergio Risaliti, curatore della mostra su Ra di Martino, parla di « rivoluzione in atto » . Quella realizzata in questi anni di concerto con il sindaco Dario Nardella, racconta Risaliti, che ha collocato Firenze tra i centri di riferimento per l’arte contemporanea, ma soprattutto la rivoluzione che ha dato vita ad una rete di collaborazioni tra istituzioni culturali cittadine e che permette al museo Novecento di permeare gli spazi della città: Palazzo Vecchio con il Quarto Stato e la Pace di Kiev, il museo degli Innocenti, l’Opera del Duomo e Casa Buonarroti con Jenny Saville, il museo di San Marco con Giulio Paolini, il museo Bardini con Anj Smith. E ora, di nuovo, al Forte Belvedere, in collaborazione con la Fondazione Alinari per la fotografia, e dove il ripristino dell’ingresso a pagamento rischia di frenare gli accessi alle mostre. « Ci stiamo preparando alla seconda edizione della Settimana del contemporaneo » annuncia il direttore riferendosi alla straordinaria concentrazione di eventi d’arte contemporanea che si è creata lo scorso settembre con la mostra di Jeff Koons a palazzo Strozzi, di Jenny Saville e l’installazione di Francesco Vezzoli in piazza della Signoria; « celebreremo i cinquant’anni della storica mostra di Henry Moore al Forte Belvedere con due sculture che arriveranno a Firenze. Una troverà posto in piazza della Signoria e l’altra in uno dei luoghi di più alta spiritualità fiorentina. – spiega – Saranno un family group e una scultura monumentale astratta dalla forma serpentinata che dimostra quanto l’artista inglese debba a Michelangelo Buonarroti». Le idee sono tante, semmai mancano le risorse per realizzarle tutte. E Risaliti lancia un appello: «Sono in sospeso una grande mostra di disegni e sculture di Tony Cragg, e una su Giacometti e Fontana. L’amministrazione comunale fa la sua parte, ma i privati devono correre in nostro aiuto » . Del resto, aggiunge il direttore, i risultati per un museo civico si calcolano sulla lunga distanza. «Nell’immediato basta un grande budget e i super artist per fare il pienone. Ma se vogliamo che gli artisti italiani e i giovani talenti non fuggano all’estero bisogna sostenerli e dare loro visibilità. Altrimenti continueremo ad importare cultura e Firenze sarà solo una vetrina» affonda Risaliti le cui posizioni su « mostre- evento » e « rendita di posizione » sono ben note. « Un museo deve poter essere in grado di fare mostre su Leoncillo, su Emiliano Maggi, su artiste come Giulia Cenci, che dopo essere stata da noi quest’anno è alla Biennale di Venezia. In questi giorni avremo in visita un gruppo di trustees dal Philadelphia museum of art guidati dal celebre curatore Carlos Basualdo, attirati dalla mostra su Giulio Paolini che sta avendo una grande eco a livello internazionale, così come quella su De Pisis».
Risaliti continua a snocciolare nomi di artisti con cui ha preso contatti in vista di future mostre a Firenze: «Georg Baselitz, che è stato a Villa Romana e di cui vorrei mostrare i disegni giovanili; l’artista cinese residente a Parigi Yan Pei Ming di cui avremmo dovuto ospitare le opere già quest’anno, e poi Cecily Brown che sarà presente nell’autunno del 2023».
Il sogno di Sergio Risaliti, alla guida del museo Novecento da quattro anni, è però fare di Firenze la città della formazione creativa, una palestra dove si formano artisti e la classe dirigente del sistema dell’arte: « Una prima pietra è stata posata con il progetto delle residenze per artisti in via Palazzuolo, che saranno completate nel 2023. E penso sempre alla scuola per curatori » . Inoltre ad ottobre è prevista l’inaugurazione nel museo delle ex Leopoldine di una nuova sala destinata ad ospitare la mediazione culturale gestita da Muse. Ma serve sostegno: «Spero che il buon rapporto di collaborazione avviato con Fondazione Cr Firenze e la Regione Toscana in occasione delle mostre al Forte Belvedere possa proseguire in futuro». Intanto è in ponte la pubblicazione di un volume che riepiloga i progetti realizzati dal museo Novecento in questi quattro anni. « Seicento pagine con tanto di apparato fotografico che sono una summa dei 160 eventi, tra mostre, incontri, lectio e presentazioni di libri. C’è chi pubblica bilanci, noi pubblichiamo volumi. A cosa serve? A far capire chi siamo e soprattutto dove stiamo andando».