Anche se assicurano di non essere fascisti e di non volere etichette, colori o sigle, hanno messo in moto una sessantina di trattori, muso rivolto verso la Capitale, e con fierezza l’hanno battezzata la Marcia su Roma, come quella che un secolo fa portò i fasci di Mussolini al governo. Entro giovedì i trattori che giungeranno nella città eterna saranno tra i mille e i millecinquecento, un bel blocco capace di provocare una discreta dose di disagi. Rispetto agli squadristi di cento e oltre anni fa, più modestamente al movimento dei trattori che sta invadendo le strade italiane basterebbe arrivare al ministero dell’Agricoltura e ottenere un «tavolo permanente» per «avere un dialogo con il governo e affrontare tutti i punti delle nostre richieste», spiega Andrea Papa, titolare di un’azienda agricola a Siena dove produce fieno, paglia e cereali, e uno dei portavoce di Riscatto Agricolo, la più pura tra le varie sigle di questo movimento con molte anime, quella che sta provando a mantenersi lontana da qualsiasi tessera o bandiera che non sia il tricolore. E – Lollo o non Lollo – arriveranno a Roma e a parlare con il ministro dell’Agricoltura. «Sono quindici giorni che Lollobrigida ci fa sapere di essere all’estero o comunque in giro. Ma non può scappare sempre, adesso deve schierarsi, deve dire se è con gli agricoltori oppure no», lo sfida Andrea Papa.
Le richieste che intendono portare al ministro sono molte, le elenca Salvatore Fais, allevatore di pecore, anche lui portavoce di Riscatto Agricolo. Si va dalla revisione completa della politica agricola europea al mantenimento della detassazione di Irpef e Imu, dalle agevolazioni per l’acquisto di carburante agricolo al divieto di importare prodotti da quei Paesi dove non sono in vigore regolamenti produttivi come quelli vigenti in Italia.
Per farsi ascoltare, e vedere, stanno trattando con la questura una manifestazione nelle strade della Capitale, oltre mille trattori che tra venerdì e sabato dovrebbero dirigersi verso i palazzi del potere. O forse no. L’obiettivo per il momento è ancora oggetto di trattativa. «Abbiamo in mente un luogo simbolo dove intendiamo far vedere che i trattori potranno arrivare», spiega Papa. E se l’autorizzazione della questura non dovesse arrivare intendono marciare comunque: «I trattori possono circolare sulle strade normali. Basterebbe farne passare uno ogni minuto».
Ma la protesta di Riscatto Agricolo è solo una di quelle che si stanno radunando alle porte di Roma e nelle strade italiane. Ieri c’erano presidi da Maccarese a Formello fino a Valmontone, organizzati da Danilo Calvani, leader del Cra Agricoltori Traditi. Ha annunciato un accerchiamento di Roma e una protesta. «Dopo settimane di presidi senza alcuna risposta per i nostri diritti costituzionali calpestati, diamo un ultimatum al governo!», scrive il Cra su Facebook. «Concediamo al governo 5 giorni per recedere da tutti i trattati comunitari e internazionali che stanno uccidendo l’agricoltura» e «per le dimissioni immediate del ministro Lollobrigida». E – aggiungono – «qualora le nostre richieste non fossero attuate ci avvarremo dei diritti costituzionali per azioni più incisive». Le modalità della protesta sono tutte da stabilire, l’unica certezza è che il Cra e Riscatto Agricolo hanno obiettivi simili ma idee diverse, difficilmente manifesteranno insieme. Iniziative intanto sono in corso in tutta Italia, dal casertano a Cagliari fino a Torino, dove oltre 200 trattori si sono trovati alle porte della città. A Milano sono giunti fino alla Stazione Centrale con la mucca Ercolina.
E la protesta potrebbe arrivare fino a Sanremo. Amadeus ha scelto la conferenza stampa della vigilia per lanciare il suo messaggio agli agricoltori in lotta: «Trovo la protesta dei trattori assolutamente giusta, sacrosanta, per il diritto al lavoro e alla tutela del proprio posto di lavoro» dice, aggiungendo però che «nessuno mi ha contattato e non ho contattato nessuno». Per il movimento dei trattori è un’occasione da non perdere. «Un nostro rappresentante sarà all’Ariston», dice Danilo Calvani. Anche Andrea Papa ammette che stanno valutando la partecipazione. «Ci stiamo pensando, potremmo inviare una delegazione dalla Liguria». È quello che sostiene anche Fiorello: «Magari non con i trattori perché a Sanremo non ci entrano neanche, però due rappresentanti della categoria sul palco dell’Ariston credo che Amadeus li accoglierebbe ben volentieri perché il problema è importante e anche grave». Se potesse anche Al Bano, cantante e proprietario di un’azienda agricola, si unirebbe alla protesta. «Ma non voglio approfittare della mia notorietà», precisa. In realtà la partecipazione è tutt’altro che decisa. In serata la Rai sottolinea che non c’è alcun contatto in corso tra i manifestanti e l’azienda.
Sanremo o no, i trattori intendono far sentire comunque le loro ragioni. «Ci sentiamo traditi in modo totale dall’Ue ma anche da ogni governo che non accolga le nostre richieste», avverte Salvatore Fais. Il messaggio è per Giorgia Meloni: con i trattori e le marce è meglio non scherzare.