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20 Marzo 2024Il retroscena
di Cesare Zapperi
Il partito e il governo cercano di chiudere il caso sul voto russo
MILANO Il giorno dopo l’uscita choc («chi vota ha sempre ragione») che ha increspato le acque della maggioranza, Matteo Salvini si tiene alla larga dai temi di politica estera. Non solo non assiste all’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Senato, alimentando un piccolo giallo per chi maliziosamente ci ha intravisto un nuovo scarto rispetto alla linea ufficiale dell’esecutivo, ma nella giornata di lavoro trascorsa al ministero delle Infrastrutture riserva le uniche due uscite social alla festa del papà e ad un messaggio di cordoglio per la morte del direttore generale della Fiorentina Joe Barone.
Eppure, nel tardo pomeriggio ecco approdare sulle agenzie di stampa una nota della Lega che tiene a rimarcare la «piena sintonia» tra la premier e il suo vice. Una sorta di excusatio non petita che serve a mettere la sordina agli strascichi del botta e risposta indiretto di lunedì con l’altro vicepremier Antonio Tajani. Non è un caso che sia lo stesso ministro degli Esteri ad iniziare la giornata con una dichiarazione distensiva affidata a Radio24: «Mi pare sia tutto chiarito, la maggioranza è coesa. Siamo uniti. Le posizioni possono essere differenti ma non c’è sostanziale divergenza».
La sintonia ritrovata (o mai venuta meno) con Meloni, però, riguarda un tema diverso rispetto a quello delle elezioni che hanno visto la conferma trionfale di Vladimir Putin. Perché in Senato la presidente del Consiglio «condanna ogni atteggiamento aggressivo da parte della Federazione russa nei confronti di Finlandia, Svezia e Paesi Baltici» ed esprime il suo sdegno per «le vicende che hanno portato al decesso in carcere di Alexei Navalny, il cui sacrificio in nome della libertà non sarà dimenticato». Tutt’altra cosa rispetto al livello di democrazia delle presidenziali di domenica.
Tuttavia, la necessità di archiviare l’uscita del leader leghista, corretta poi nel giro di un paio d’ore, si avverte anche dalla «generosa» difesa in cui si cimenta il capogruppo del Carroccio al Senato Massimiliano Romeo: «Io penso che sia abbastanza chiaro che le dichiarazioni di Salvini siano state travisate e strumentalizzate, come del resto accade tutti i giorni». Anche se non può non ammettere che «di fronte agli attacchi quotidiani che interpretano sempre a loro modo le parole di Salvini e ne vogliono fare un caso, è chiaro che poi anche nella maggioranza qualcuno ci crede e segue quella linea».
La scelta
La premier in Senato
e il ministro fa solo due uscite sui social, una sulla festa del papà
Alla Lega, argomenta il capo dei senatori che in passato si è spinto su posizioni che sono state lette come sensibili anche alle ragioni della Russia, sta invece a cuore che si apra «una via diplomatica» per evitare l’escalation militare paventata da qualche leader europeo. E per cercare di chiudere il caso, almeno da parte di chi è emanazione salviniana, in serata si spende anche il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: «Credo sia stato ridimensionato anche il contenuto dell’affermazione di Salvini, sono uscite delle parziali smentite».
Ma chi vuole trovare indizi di una freddezza tra i due principali partner di governo, fa leva sull’assenza di Salvini dall’Aula di Palazzo Madama durante l’intervento della premier dedicato proprio a tematiche europee. E ci aggiunge un altro banco vuoto, quello del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Assenze giustificate dai diretti interessati con pressanti impegni di lavoro che però non convincono le opposizioni.
Ci prova il leader di Italia viva Matteo Renzi ad incunearsi nelle posizioni difensive del centrodestra di governo. «Nella maggioranza hanno tre posizioni diverse: quella di Tajani, quella di Salvini e quella di Meloni che è abituata ai tuffi carpiati. Lei oggi ha detto che ha una posizione diversa da Salvini, ma nel 2018 faceva il tweet per congratularsi con Putin. È vero che non c’era stata l’invasione dell’Ucraina ma c’erano già state tante vicende legate ai dissidenti. Lei nel 2018 diceva le stesse cose di Salvini».