diElisabetta Berti
Amedeo Modigliani morì a Parigi il 24 gennaio 1920 per l’acuirsi della tubercolosi di cui soffriva da tempo. Neanche un anno prima aveva dipinto il suo ritratto, l’unico in una sterminata produzione di ritratti di amici, artisti e prostitute, in cui raffigura se stesso, forse perchè spinto da un crescente sentimento della fine. Seduto su una sedia nel suo studio Modì guarda dentro lo specchio, come hanno fatto tanti artisti prima di lui dal Rinascimento in poi, e stabilisce un dialogo, un collegamento quasi magnetico con chi lo sta osservando.
Quell’autoritratto, che negli ultimi ottant’anni si trovava in Brasile, arriva a Firenze come punta di diamante della mostra con cui il Museo Novecento festeggia i suoi primi dieci anni di attività: “ Ritorni. Da Modigliani a Morandi” (dal 23 marzo) a cura del direttore Sergio Risaliti con Eva Francioli e Chiara Toti. “ Ritorni” perché l’autoritratto di Modigliani insieme ad altre quindici importanti opere d’arte protagoniste della mostra come “ La camera incantata” di Carrà e la “Crocifissione” di Guttuso, era già stato a Firenze quando faceva parte della collezione dell’ingegnere Alberto Della Ragione, ossia il nucleo fondante del museo ospitato in Santa Maria Novella. « A partire dagli anni Quaranta, Della Ragione fu costretto a vendere alcune delle opere. – racconta Risaliti che lavora al progetto da sei anni – I motivi furono vari, ad esempio la necessità di sostenere economicamente la Galleria Corrente di cui era diventato proprietario e di cui facevano parte Emilio Vedova, Renato Guttuso, Mario Mafai e Antonella Raphael Mafai, legati a lui anche per ragioni politiche: erano tutti antifascisti».
Acquistato da un collezionista brasiliano, l’autoritratto di Modigliani fu poi donato al Museo nazionale d’arte contemporanea di San Paolo che oggi lo dà in prestito al Museo Novecento fino a settembre. « A differenzadi Van Gogh e Picasso che realizzarono un gran numero di autoritratti, di Modigliani ne conosciamo uno solo dipinto. – spiega il direttore che al pittore livornese ha già dedicato una mostraa Livorno nel 2020 – Immagino che, ormai devastato dalla tisi, abbia voluto lasciare, oltre alle indimenticabili figure di grande potenza erotica, una sua effige. Un simbolo di una vita destinata a diventare leggenda».
Non ci sono solo Modigliani e gli altri “ ritorni” a suggellare il primo decennio di attività del museo Novecento. Mentre è in corso fino al 9 giugno la mostradell’artista tedesco Andrè Butzer, il 15 marzo inaugurerà “ La stanza vede. Disegni 1973- 1990” con un centinaio di disegni di Jannis Kounellis esposti integralmente per la prima volta nel 1990 ad una mostra all’Aia. Poi a Palazzo Medici Riccardi Risaliti firma con Muse e Valentina Zucchi “ L’incanto di Orfeo” ( dal 20 marzo) che riunisce sessanta opere dedicate al mito di Orfeo tra dipinti e sculture, disegni e manoscritti, installazioni e film, dall’antichità ai nostri giorni, tra cui spicca un rilievo marmoreo neoattico proveniente dal museo Archeologico Nazionale di Napoli. Inoltre a breve si terrà l’inaugurazione delle tanto attese “ residenze d’artista”, cinque appartamenti- studio nel complesso delle ex Leopoldine già assegnati tramite bando, che daranno ospitalità a quattro giovani artisti e un curatore. Tutto finanziato con 100 mila dollari dalla mecenate Maria Manetti Shrem. « Finalmente a Firenze apre uno spazio per lo sviluppo del talento creativo. Ma in questi dieci anni abbiamo raggiunto altri importanti risultati, uno tra tutti l’essersi affermati come interlocutori autorevoli nel mondo dell’arte. Basti pensare alla presenza a Firenze di star come Jenny Saville, Cecily Brown o Tony Cragg». Scelto per il ruolo di direttore dall’amministrazione Nardella, Risaliti aspetta le prossime elezioni per conoscere il suo futuro: « Il prossimo ciclo amministrativo deve puntare sull’aumento degli investimenti strutturali, per poter programmare con due o tre anni di anticipo. C’è poi bisogno di una kunsthalle per le grandi installazioni, e una biblioteca dedicata al contemporaneo. Sarebbe un modo per attrarre i giovani».