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7 Dicembre 2023Con 153 voti favorevoli, 118 contrari e 3 astenuti cala il sipario sul tentativo nato dalla proposta unitaria delle opposizioni Esplode la rabbia dei deputati di Pd, M5s e Avs che issano cartelli in aula, sospesa la seduta
Salario minimo, bagarre sull’ultimo atto Il centrodestra si vota la delega di 6 mesi
Schlein: «Manrovescio a milioni di lavoratori poveri». Conte: «Meloni pilatesca». Ed entrambi promettono battaglia
Roma
Il primo vero assalto dell’opposizione unita si infrange contro i numeri della maggioranza, che alla Camera, dopo aver affossato l’emendamento sul salario minimo, impone al suo posto la delega al governo. Con 153 voti favorevoli, 118 contrari e 3 astenuti, cala così il sipario sulla proposta- bandiera del “campo largo”: sarà ora Palazzo Chigi a legiferare sul tema, con sei mesi a disposizione per farlo. Un epilogo annunciato, come pure lo è stato il secondo atto dello scontro in Aula dopo la ressa di martedì , con tanto di cartelli e cori contro l’esecutivo.
Resta la prova di compattezza offerta dalle opposizioni, confermata dalle dichiarazioni di voto che precedono la sconfitta. La segretaria
del Pd, Elly Schlein, è la più dura di tutti e non rinuncia al suo intervento pur avendo già dato nel “primo round”: «Oggi è un giorno triste, oggi che accartocciate con una mano la proposta di salario minimo delle opposizioni e con l’altro date un manrovescio a milioni di lavoratori poveri. Vorremmo sapere perché Meloni ce la così tanto con i poveri e sta con gli sfruttatori. Voi all’ascensore sociale state tagliando i fili perché chi è povero resti povero». Il leader 5 stelle Giuseppe Conte invece, dopo la teatrale protesta del giorno prima, lascia spazio a Valentina Barzotti che replica alle accuse lanciate in mattinata alla radio dalla premier: « La presidente Meloni che dichiara che la questione sul salario minimo la fa sorridere si deve solamente vergognare. Questa legge delega schiaccia l’opposizione per non darle il merito di aver messo sul tavolo un provvedimento ampiamente condiviso dai cittadini di questo Paese, compresi gli elettori di Fdi. I membri della maggioranza vivono su un altro pianeta e oggi voglio riportarli sulla Terra». A interpretare, anche fisicamente, il mood delle forze progressiste è Nicola Fratoianni (Avs), che volta le spalle all’emiciclo come il governo, spiega, «le ha voltate al Paese reale». Mentre tocca a Matteo Richetti di Azione tirare le somme del tentativo unitario del centrosinistra: « Di fronte ad un’opposizione capace di un atteggiamento costruttivo e di un grande impegno parlamentare, che è riuscita a convergere su un tema così delicato, il governo Meloni ha via via dimostrato quello che oggi appare lampante: nei confronti del lavoro povero, della condizione di milioni di italiani, non c’è alcun interesse».
La tensione in aula si avvicina al livello di guardia e quando Walter Rizzetto, presidente Fdi in commissione Lavoro, termina la propria dichiarazione di voto, la frustrazione delle opposizioni deflagra.
La mossa di un governo «che non vuole disturbare i manovratori » ( per dirla con il dem Andrea Orlando) non è però la fine della battaglia, che sia Schlein sia Conte sono intenzionati a portare avanti comunque. Il presidente pentastellato lo promette sui suoi profili social, parlando di una « Meloni pilatesca» nei confronti dei lavoratori e dicendosi sicuro che «anche gli elettori che hanno sostenuto questa maggioranza hanno amici e parenti che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, a pagare il mutuo». E lo stesso fa la segretaria dem, dicendosi ancora disponibile a un confronto diretto con la premier e confidando che la compattezza delle opposizioni non verrà meno in futuro.