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20 Aprile 2023Pd, l’elusiva risposta all’insidia di Conte
20 Aprile 2023
di Massimo Franco
L’unica cosa evidente, nelle parole dette ieri in conferenza stampa dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, è che per il M5S rimarrà non facile attaccarla. Si indovina il disappunto di Giuseppe Conte, che avverte di non potere «accettare compromessi per tenere unite le opposizioni. Il Pd deve chiarire». Ma gli altolà grillini non bastano a invertire dinamiche che stanno portando a un progressivo svuotamento dell’agenda del M5S: tanto che quando Schlein parla di «tavolo» per discutere tutti il Piano per la ripresa, il leader del M5S deve rivendicarne la primogenitura. Il linguaggio ambiguo della segretaria sembra mirato a evitare due pericoli: lo scontro frontale con i Cinque Stelle; e una deriva anti Nato che destabilizzerebbe il Pd. Ma tra queste due piccole colonne d’Ercole, Schlein cerca di costruire un’opposizione a Giorgia Meloni che lascerebbe uno spazio residuale al M5S. Così, ha annunciato il «no» del Pd alla proposta grillina contro il termovalorizzatore a Roma voluto dal sindaco pd Roberto Gualtieri. La decisione, ha spiegato, è stata già presa. Ma ha aggiunto che il dialogo con Conte e il Pd contrario continua. Ancora, ha ribadito le sue «perplessità» sull’aumento delle spese militari legate all’invasione russa dell’Ucraina; ma voterà e farà votare gli aiuti concordati con il resto dei governi europei. Ha attaccato frontalmente Palazzo Chigi sul reddito di cittadinanza, facendo propria una misura che è una sorta di bandiera ideologica dei Cinque Stelle. E su Piano per la ripresa e migranti si è scagliata contro la premier e la maggioranza, «campioni di scaricabarile». Si tratta di un’ambiguità studiata per evitare che lieviti il dissenso nel partito; e per rendere più complicato a Conte e ai suoi una reazione tale da spezzare il dialogo teorizzato dalla nomenklatura del suo Pd. Ma è chiaramente una guerra elettorale a distanza, che si inasprirà di qui alle Europee del 2024; e che ha come posta in palio non tanto la vittoria sullo schieramento di Meloni, quanto il primato nel campo disastrato delle opposizioni. Anche perché è difficile pensare che una strategia declinata in buona parte in chiave grillina possa dare risultati vincenti.
Probabilmente può ottenerli nel «campo stretto» della sinistra: oltre tutto di una sinistra radicalizzata e finora in affanno a parlare al mondo moderato orfano di rappresentanza, additato dal fondatore dell’Ulivo, Romano Prodi. Le posizioni sulla maternità surrogata, rivendicate ieri dalla segretaria, non aiutano: anche se Schlein ha precisato che, pur essendo «personalmente favorevole, non l’abbiamo inserita nella mozione perché siamo disponibili al confronto tra diverse sensibilità». È un gioco di acrobazie e compromessi lessicali e culturali, destinato per il momento a durare.