MILANO — Si fa chiamare “Val”, ha 25 anni, è un’attivista del movimento Extinction Rebellion. È la prima a metterci la faccia. Con un video sui social e al telefono: «Mi hanno chiesto di spogliarmi, togliermi le mutande, fare tre piegamenti. Altre compagne l’hanno fatto, io mi sono rifiutata. Denunciare? Dobbiamo capire a livello legale come muoverci».Anche Val, lunedì mattina, è davanti alla sede della società “Leonardo” di Brescia. Con altri manifestanti protesta contro un’azienda «che fornisce armi che consentono a Israele di bombardare la popolazione palestinese ». La polizia arriva subito. Porta 22 persone in questura, ragazze e ragazzi. Ma solo ad alcune giovani viene chiesto di spogliarsi per le perquisizioni e fare degli “squat”, dei piegamenti sulle gambe. «Abusi in divisa», accusano i movimenti. «È sempre stata tutelata la dignità delle persone», replica la Polizia.
I dubbi sulle modalità (e proporzionalità) dei controlli innescano da ieri una polemica che tira in ballo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Marco Grimaldi (Avs) e Gian Antonio Girelli (Pd) presentano due interrogazioni parlamentari. M5s parla di «abuso intollerabile». I parlamentari di destra difendono gli agenti.
Lunedì mattina gli attivisti si incatenano davanti ai cancelli. Vogliono bloccare i camion. Usano vernice rossa, scrivono sui muri, uno di loro si arrampica su un palo per togliere la bandiera di “Leonardo” e sostituirla con quella della Palestina. In 22 vengono portati in questura per circa sette ore. In un comunicato la polizia bresciana conferma: «Nel corso delle singole perquisizioni, svolte da personale femminile per le donne, è stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi. In ogni momento è stata salvaguardata la riservatezza e la dignità delle persone e sono state seguite le procedure operative».
«Mi pare una discriminazione di genere. Pensando a quei momenti provo rabbia. Sono felice di essere riuscita a rifiutarmi di fare la parte più degradante e umiliante», continua Val. Anche Davide Scianca, 22 anni, è stato portato in questura. Con una di quelle catene che si usano per le bici, si era legato a un palo. «Non ho capito questa disparità, in quel momento ho detto che era ingiusto un trattamento del genere». Diversi attivisti vengono denunciati per reati che vanno dall’imbrattamento alla «radunata sediziosa». E ricevono fogli di via da Brescia. Il loro avvocato, Gilberto Pagani, dice: «Sono statitrattati come criminali. Quello dei fogli di via è un aspetto clamorosamente repressivo. Fino a due anni fa non avevo mai visto provvedimenti di questo tipo per cose del genere». Poi cos’è successo? «È cambiato il governo». E adesso? «Quello che è successo è brutto. Dobbiamo parlarne e decidere se denunciare».
In uno dei fogli di via, letto da Repubblica , con il quale si allontana per 18 mesi da Brescia M.M., 21 anni, il questore scrive che la ragazza (con precedenti) «è stata sorpresa nell’atto di imbrattare» le mura dell’azienda con una bomboletta spray. Nell’atto, viene scritto che la sua partecipazione al presidio «ha destato allarme sociale e creato pericolo per la sicurezza e la tranquillità pubblica».