Dossier del Pd toscano “Il governo Meloni penalizza la nostra regione”
Il segretario Fossi elenca i tagli e i finanziamenti tolti, dalle tramvie alla Tirrenica. Giani: “ C’è ostilità, tanti indizi fanno una prova”
di Valentina Tisi
«Meloni contro la Toscana»: il Pd regionale va all’attacco dell’esecutivo e snocciola un elenco di tagli, ritardi e promesse non mantenute. Il segretario regionale dem Emiliano Fossi mostra, nero su bianco, il dossier con le “prove” dell’accanimento del governo, a cominciare dai circa 100 milioni di tagli agli enti locali in cinque anni. «È un dato di fatto — afferma il segretario — Credo sia non solo per incapacità di governo ma anche per penalizzare la Toscana che ha un colore politico diverso dal governo nazionale».
Un elenco corposo, ci sono i ritardi e i pochi fondi per l’alluvione del novembre 2023, ma anche i 30 milioni di euro stanziati per la linea della tramvia Leopolda- Le Piagge spostati al 2027. A cui si aggiungono il definanziamento dell’interporto di Livorno, 300 milioni che erano stati stanziati dal governo Draghi. E ancora il mancato finanziamento per la Tirrenica nel nuovo contratto di programma tra Ministero e Anas, mentre l’istituzione della Zls, che riguarda i porti di Livorno, Piombino, Marina di Carrara e Portoferraio, gli interporti di Guasticce e Prato e l’aeroporto di Pisa, già approvata dalla giunta regionale, attende la ratifica del Consiglio dei ministri. Nel dossier del Pd c’è anche il capitolo sanità, «centinaia di milioni di euro, tra fondi aggiuntivi Covid mai erogati e fondi Payback sui dispositivi medici mai trasferiti che avrebbero potuto evitare l’aumento dell’addizionale regionale Irpef » . E poi il taglio di 135 milioni ai fondi per il Biotecnopolo di Siena e per il centro nazionale antipandemico. Infine la mancata compensazione per il rigassificatore di Piombino. Il Pd aggiunge all’elenco anche le crisi aziendali non risolte, coinvolte 71 aziende e 11.500 lavoratori.
« Quando gli indizi sono gravi, precisi, concordanti fanno una prova — evidenzia il presidente Eugenio Giani — E noi ogni giorno ne vediamo così tanti di indizi da farci capire che c’è un atteggiamento di ostilità nei confronti della Toscana ». Giani che, dopo essere stato tirato in ballo dal ministro Salvini sulla questione del pedaggio per la Fi-PiLi, («Ogni nuovo tipo di tassa — ha detto alla Versiliana — deve essere ultraconvincente » ), va al contrattacco e chiede un incontro al ministro: «La FiPiLi è una strada regionale, non devo convincere Salvini — puntualizza — chiederò un incontro al ministro nel quale parlerò della FiPiLi, ma anche di tutti gli interventi promessi e che Anas non fa, a partire dalla Tirrenica » . Quanto alla nascita di Toscana strade e alle riserve emerse in maggioranza Giani apre al confronto: «A settembre parleremo nella commissione competente, se ci sono soluzioni migliori sono pronto a valutarle».
Confronto sui temi e valorizzazione di quanto fatto sono le parole d’ordine in casa dem in vista del percorso per le regionali: «Ripartiamo dal lavoro grandissimo fatto dalla Regione — dice Fossi — Eugenio Giani sarà il protagonista del percorso di apertura del cantiere e di costruzione di un’alleanza ampia progressista di centrosinistra. Non è più il momento degli equilibrismi, ci rivolgiamo alle forze politiche da Avs al M5s, alle forze moderate e liberali, alla forze civiche e sociali » . Parole condivise anche dal presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo: « Si deve ripartire dall’importante lavoro fatto dal presidente Giani e dai consiglieri regionali. L’obiettivo, su cui saremo chiamati a discutere, deve essere quello di allargare e rafforzare l’alleanza, senza veti, ma sulla base dei programmi» . Lo spirito su cui verrà incardinato il dibattito da settembre è quello che ha portato gli schieramenti a unire le forze per il referendum sull’autonomia differenziata. Una collaborazione che ha dato i suoi frutti come dimostrano i numeri del comitato referendario: «In poco più di due settimane la raccolta firme on- line ha superato quota 450mila firme certificate», con una proiezione di 15mila firme raccolte nell’intera provincia di Firenze.