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6 Luglio 2023Una volta, nel secondo dopoguerra, diventò famoso un acronimo inventato da Giovannino Guareschi: FODRIA, ovvero le Forze Oscure Della Reazione In Agguato. Guareschi intendeva prendere in giro l’ossessione del Pci e, a quei tempi, anche del Psi, nel gridare all’allarme a ogni stormir di fronde che venisse dalla Dc, dai suoi alleati, dagli industriali, dai neofascisti e via di seguito. Oggi è tutto diverso, naturalmente, e i protagonisti di quella stagione se ne sono andati da tempo, ma il FODRIA continua a farsi sentire nella sinistra attuale e in special modo nel Pd di Elly Schlein. Non si spiegherebbe altrimenti la fretta con cui esponenti dei democratici fiorentini hanno dato vita a uno dei più gustosi episodi di errata attribuzione di responsabilità, accusando i neofascisti della rottura di una targa dedicata ad Aligi Barducci. A seguire, qualche esempio. Dario Nardella: «Non ci facciamo intimidire»; Maria Federica Giuliani: «Ma non ci facciamo intimidire» (c’è un ma in più); il capogruppo in Palazzo Vecchio: «Non arretreremo»; il presidente della commissione toponomastica: «Non ho parole!». Dopo poco ci ha pensato la Fiom a chiarire che la targa di Potente era stata spezzata da un suo camion, alla fine di una festa del sindacato al Torrino di Santa Rosa. Ci sarebbe da sorridere, cosa che in effetti non si può evitare, ma la paradossale vicenda ha un paio di significati che non sono per niente portatori di allegria per il Pd, sia sul piano nazionale sia su quello locale.
Il primo si lega a una crescente mediocrità delle classi dirigenti di sinistra (quelle di destra non sono da meno, ma ora governano), mediocrità che le induce ad annullarsi nelle scelte di comportamento dei vertici nazionali. La nuova leadership dem identifica la battaglia politica con uno scontro sempre più radicale e ideologico con il governo di destra che, nella semplificazione schleiniana, siccome è di destra, per forza un po’ fascista lo dovrà essere. Dovunque, da Palazzo Chigi alla Pescaia di Santa Rosa, si annidano fascisti e, in qualsiasi modo si camuffino, bisogna resistere e resisteremo! Il rischio per il Pd è di ripetere la storia che per 20 anni e più fece di Silvio Berlusconi il protagonista indiscusso della scena politica nazionale, sostituendo la politica con un’impotente demonizzazione. Se poi guardiamo più vicino, all’appuntamento elettorale prossimo per Firenze, ci renderemo conto che con il ritornante FODRIA i dem rischiano di diventare veramente perdenti. Ormai questioni come il Maggio o lo stadio, ma anche altre quali sicurezza e mobilità, rischiano di sfuggire alla presa di sindaco e Pd, privi di realismo politico. Il gioco sposta il suo centro altrove e per la prima volta nella storia recente le leve di risoluzione sono in mano a forze che nella storia più o meno recente di Firenze non avevano quasi mai toccato palla. Schlein e i suoi seguaci locali hanno già dimostrato di resistere impavidi più che al fascismo alle sconfitte, ma continuare anche il prossimo anno con Firenze potrebbe sembrare troppo anche agli impavidi difensori della democrazia di queste ultime ore.
Franco Camarlinghi
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