I partiti in bolletta
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UN CASO PER L’EMENDAMENTO AL DECRETO PNRR (COL VOTO DI FIDUCIA GIÀ CHIESTO)
EUGENIO FATIGANTE
Le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consulto ri, possono “avvalersi, senza nuovi o maggiori one ri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. Il testo di un emendamento al “decreto Pnrr” su cui il governo ha prontamente messo la fiducia ieri, che si limita peraltro a ribadire l’attuazione di quanto già previsto all’art. 2 della “legge 194” sull’aborto, ha scatenato un putiferio di parte delle opposizioni contro la maggioranza. La proposta, a prima firma di Lorenzo Malagola di Fdi, è passata in commissione Bilancio, ma il solo aver evocato il coinvolgimento delle associazioni “prolife” nei consultori rappresenta un atto «vergognoso», l’»ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione», a sentire M5s e Pd. Oggi a Montecitorio si prevede dunque una seduta infuocata dopo mezzogiorno, quando sono previste le dichiarazioni per il voto di fiducia sul decreto per il completamento dell’attuazione del Pnrr (mentre alle 14 inizierà la chiama). La polemica è definita «dal notevole tasso ideologico e strumentale» da Domenico Menorello: il coordinatore del network “Sui tetti” ha sottolineato che «si tratta della mera trasposizione di una facoltà nota all’ordinamento» e «di per sé auspicabile alla luce del principio di sussidiarietà orizzontale». E, in effetti, la “194” già prevedeva che i consultori