INXS – Beautiful Girl
27 Giugno 2023Sanità le due Italie
27 Giugno 2023di Franco Camarlinghi
Il meglio dei miei pensieri è un libro di Oreste del Buono, in realtà stampato a sua insaputa nel 1993 da Vanni Scheiwiller, l’ultimo piccolo grande editore del secolo scorso. Un delizioso libriccino in formato trentaduesimo le cui pagine (poche) sono tutte bianche. Chi ha la fortuna di conservarne una copia, può tenerne conto ogni volta che gli capiti di voler commentare le dichiarazioni di questo o quel politico, locale o nazionale che sia. Pagine bianche che passione, verrebbe da dire, ma non è così per Emiliano Fossi, segretario regionale del Pd che, di fronte alle scadenze decisive per gli equilibri politici in Toscana nei prossimi due anni, definisce il proprio atteggiamento di fronte alla questione primarie o meno. «Basta con il gorillaio (…) le priorità sono programmi e alleanze» dice l’ex giovane sindaco di Campi Bisenzio.
Lasciando da parte la questione delle primarie sì o no, per quanto riguarda il futuro del centrosinistra in Toscana, si resta però francamente sorpresi da tanto scetticismo. Soltanto pochi mesi fa le primarie hanno permesso a Elly Schlein, dante causa anche del segretario toscano, di perdere le primarie di partito, di vincere quelle che chi passa se vuole vota e di diventare così la nuova leader della sinistra italiana. Sfogliamo, dunque, qualche pagina bianca e veniamo alle priorità indicate dal Fossi. Per quanto riguarda i programmi allo stato delle cose si intravedono delle definizioni: casa, sanità., sociale e via di seguito.
O anche senza via di seguito, al massimo buone intenzioni che più o meno avrebbe chiunque. Ci vorrà tempo per arrivare a cose più concrete, diranno i responsabili, ma non dovrebbero dimenticare che sono alla guida della Toscana da oltre 50 anni e senza interruzione, mentre a Firenze, o a Prato, o a Livorno, qualche periodo diverso c’è stato, ma la tradizione di primazia è rimasta comunque forte. Un partito che ha una storia di governo come il Pd, con i suoi antecedenti storici, deve avere l’immediata capacità di indicare agli elettori quello che intende verificare rispetto agli errori o ai ritardi della propria esperienza. Non ha da inventarsi una storia, come in parte potrebbe invece fare una destra competitiva per la prima volta. Programmi vogliono dire scelte che derivano da analisi vecchie e nuove che costituiscano fonte di orientamento, ma allo stato dal Pd non si avvertono che slogan, sia localmente che sul piano nazionale. Ancora un po’ di pagine vuote e arriviamo alle alleanze. Ripetono la necessità di un campo più o meno largo, col Pd a fare da perno, ma fanno finta di non ricordarsi che a Firenze e in Toscana il problema sarà Renzi, e non come ombra passata. Non è ragionevole guardare al centro e non capire che la desiderata (schleinianamente parlando, s’intende) derenzizzazione in Toscana si scontrerà con l’influenza su un voto moderato che resta nelle possibilità dell’ex-sindaco di Firenze. Ad ora il meglio del pensiero del Pd toscano è un librino con poche pagine bianche e senza il carisma di Del Buono o di Scheiwiller, in futuro si vedrà.
https://corrierefiorentino.corriere.it/