I soldi offerti da Giani sono giudicati insufficienti, anche se ai 68 centesimi fissi ieri si è aggiunto un contributo per sei mesi di 2,5 euro al giorno per paziente
di Andrea Vivaldi
Rsa, « i fondi non bastano » . E l’aumento per le famiglie appare dietro l’angolo. Forse già da febbraio. La Regione metterà 68 centesimi in più per la quota sanitaria, cioè la parte della retta (circa il 50%) che è a carico del Sistema sanitario regionale a favore degli ospiti non autosufficienti. Passerà da 53,32 centesimi a 54. Ma i gestori delle case di riposo, che denunciano spese sempre più alte, speravamo in un contributo ben superiore. Paolo Moneti, presidente dell’associazione di categoria Anaste, spiega: « Avevamo chiesto 6 euro, una cifra che avrebbe impedito gli aumenti delle quote sociali » , cioè l’altro 50% della retta che è invece a carico dei degenti e con contributo dei Comuni fino a 53 euro circa in base all’Isee.
Oltre all’investimento per la quota sanitaria (2,63 milioni in tutto), ieri ne è stato comunicato un secondo da 4,7 milioni, stabilito con una delibera di Serena Spinelli, assessora alle politiche sociali. Si tratta di un’ulteriore quota integrativa giornaliera per le Rsa valida da gennaio fino al prossimo giugno e pari a 2,50 euro ogni posto letto convenzionato. Soldi messi a disposizione per coprire i costi Covid.
«Sono aumenti che consideriamo come segnale di disponibilità, ma che purtroppo non risolvono i problemi » dice Maurizio De Scalzi, coordinatore del comitato gestori delle Rsa toscane. I direttori lamentano che negli ultimi 11 anni c’è stata una sola crescita delle quote sanitarie, di 68 centesimi appunto. Mentre i costi energetici e l’inflazione hanno galoppato. E il contraccolpo ora rischia di essere sulle famiglie. «Tutti i fornitori ci hanno chiesto incrementi: lavanderie, pulizie, alimenti. Noi siamo realtà energivore, perché non possiamo certo lasciare gli ospiti al buio o al freddo — prosegue De Scalzi — sarà quindi inevitabile rivedere le rette. Ancora è difficile stimare quanto, forse un 10- 15% in più delle quote sociali».
I listini prezzi delle quote sociali in Toscana oggi oscillano tra i 40 e i 70 euro. L’aumento medio, considerando quella percentuale, sarebbe attorno ai 7-8 euro. Ovvero oltre 200 euro in più al mese. Ma sono conti ancora sono in corso e che varieranno da una casa di riposo all’altra. Probabile, spiegano dalle associazioni, che saliranno soprattutto le residenze oggi con le quote più basse, perché più in difficoltà.
« Senza dubbio saremo costretti a un aumento, ma non è questa la direzione in cui volevamo andare — dice Franca Conte, presidente associazione Arat, che riunisce 12 residente toscane — . Così non possiamo continuare, solo i costi per gli alimenti sono saliti del 20% » . In Toscana si contano circa 12.800 posti letto nelleRsa autorizzate e accreditate. E nel 2022 sono state assistite circa 9 mila persone. «Purtroppo siamo disperati e accettiamo anche queste cifre, ma non siamo soddisfatti. Dovremo alzare la quota sociale, forse già da febbraio- marzo, perché altrimenti non ci rientriamo più — dice Moneti — . Probabilmente si aprirà un tavolo in Regione per rivalutare la quota sanitaria: noi porteremo le fatture 2021 e 2022 per dimostrare i costi».
L’assessore Spinelli sottolinea che dal Governo non sono arrivati aiuti per le residenze sociosanitarie. Mentre «la Regione per le Rsa ha erogato, nel 2020-22, ristori straordinari per oltre 55 milioni, in aggiunta ai 206 milioni annui per le quote sanitarie. Ora riattiviamo i contributi fino a giugno, con risorse regionali».