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12 Dicembre 2024La Nota
di Massimo Franco
Emerge un «partito dei vaccini» che sembra resistere alla decisione del governo di condonare le multe a quanti, durante la pandemia del Covid, avevano eluso l’obbligo di farlo. E, a sorpresa, include non solo le opposizioni ma anche esponenti di Forza Italia. I toni sono diversi, il messaggio a Palazzo Chigi comune: togliere quelle multe ai «no vax» sarebbe un’offesa alle migliaia di vittime della pandemia, oltre che a chi si era vaccinato, ubbidendo alla legge. E qualcuno annuncia che voterà contro. È un «no» che probabilmente non indurrà l’esecutivo a una marcia indietro.
FdI, il partito della premier, sostiene che insistere sulle multe sarebbe incostituzionale, perché quell’emergenza è finita. Ma la polemica evoca l’ennesimo contrasto in una maggioranza gratificata dall’incoronazione di Giorgia Meloni come la persona «più potente in Europa», secondo il sito Politico; apprezzata da un Donald Trump ostile all’Ue; eppure costretta a fare i conti con le tensioni interne. Ieri sono rispuntate in materia di sicurezza, con la Lega decisa a approvare il ddl, in polemica con gli alleati, «senza perdite di tempo».
Sono tutti temi delicati. Ma quello dei «no vax» rinvia a una destra contraria all’obbligo anche quando era all’opposizione. Non è un filone solo italiano. In Europa e in America è emersa una narrazione antiscientifica che ritiene dannosi i vaccini. E ha avuto proprio in Trump un sostenitore: con la conseguenza di un’impennata nella diffusione del virus, che provocò decine di migliaia di vittime. Non a caso, il nuovo presidente ha nominato come segretario alla sanità Robert Kennedy Jr., un complottista contestato da molti Nobel per l’adesione al verbo «no vax».
Anche per questo, l’inserimento in un decreto del governo di una sorta di «condono» per chi era stato multato, resuscita polemiche di merito e di metodo. E, oltre a incrociare i lavori della Commissione sul Covid voluta dal governo, ripropone una divaricazione nella quale si inseriscono i contrasti tra forze di maggioranza. Per FdI suona come il rimbalzo di un tema identitario. Né riduce le perplessità la precisazione del governo che non rimborserà chi ha già pagato la multa di 100 euro.