La destra ora al governo condanni con chiarezza la violenza di chi ha aggredito
20 Febbraio 2023E’ coerente a lui va tutto bene, tutto fa brodo
20 Febbraio 2023
quali saranno a chi gioveranno
di Pierluigi Piccini
Grande attesa per i benefici che il Biotecnopolo sta per elargire alla nostra comunità.
‘Uova d’oro’, addirittura secondo un articolo di Pino di Blasio di qualche tempo fa’, che metaforicamente rappresenta come una magica gallina questa misteriosa entità comparsa di un balzo all’onore delle cronache.
Che l’oro vi prevalga lo attesta l’enorme cifra promessa – ben 340 milioni, o giù di lì – di cui si ha praticamente l’unica ma suggestiva notizia che l’ente dovrebbe erogare in stile vecchio Monte,
Perché, in effetti, i modi, i tempi, i destinatari delle ricadute sull’economia e sull’occupazione di un‘area – quella senese in rapido declino – ai non addetti (o, forse, meglio ai non adepti) non è dato conoscere.
Per questo, non credendo alle favole, abbiamo cercato di saperne un po’ di più. I risultati della nostra inchiesta sono i seguenti:
invece di una magica gallina, il Biotecnopolo (che d’ora in poi chiameremo BTP), appare essere – sempre per via di metafora – un peschereccio. O meglio: una baleniera, perché proprio a cacciare una balena è progettato, Una balena comunitaria indicata con la sigla HERA: vale a dire, Health European Recovery Authority; Lo scopo per cui il ‘mostro’ (nel senso etimologico del termine) è stato partorito ufficialmente lo ha chiarito la sig.ra van del Lyen lo scorso settembre: organizzare una difesa preventiva dell’Europa per la tutela da future pandemie. Come si conviene, HERA potrà contare su una dote di 6 miliardi di euro nell’arco di sei anni. Ben nutrita, dunque. Di conseguenza, si stanno varando baleniere ovunque in Europa e quindi non solo a Siena. Anzi secondo il costume della marineria, accanto a una nave si usa costruire una gemella. Nel caso nostro, una in quel di Milano. Ci torneremo tra un pò. Non c’è che dire: lo scopo di HERA non può non essere condiviso, con quanto abbiamo passato a causa della pandemia. Meglio dunque far tesoro delle esperienze negative appena passate e armarsi per combattere una futura aggressione di quel nemico insidioso e invisibile che da sempre minaccia l’Umanità: il Morbo! Però anche le armi tradizionali – per quanto accuratamente raffinate – possono essere rese obsolete da altre radicalmente nuove, quanto al loro concetto. Altre novità potrebbero seguire e richiedere, non tanto una diffusione del loro know.how, ma l’adeguamento dei relativi impianti di produzione. Qui è necessario fare una precisazione. La cosa che interessa tutti è l’innovazione, che ha una mamma: la Ricerca e un babbo lo Sviluppo; cioè il lungo, faticoso processo che dalla scoperta del laboratorio fino all’impianto di produzione alla sua mèta. Vale a dire, in molti casi, a un brevetto. Il quale, per altro, non è uno strumento di bieca cupidigia di profitto ma il riconoscimento dell’impegno di un’opera d’ingegno’, realizzata per una generale utilità. Queste precisazioni sono necessarie per comprendere le critiche che, in generale, ora avanzeremo al modo e ai fini su cui è costruita la proposta del BTP senese.
Per prima cosa alle sue finalità: tutte limitate alla sola ricerca e sviluppo di nuovi vaccini e monoclonali. Per quanto riguarda lo sviluppo, nulla che riguardi la produzione; non solo dei nuovi vaccini (se ci saranno) ma anche di quelli già esistenti, che di lavoro ne generano sicuramente molto, direttamente o indirettamente, tramite anche l’indotto. Una sorta di definitivo de profundis, quindi, di quella che fu ‘la città dei vaccini’, ormai ridotta, dopo anni di svuotamento da parte delle varie multinazionali che si sono succedute nel possesso del vecchio Istituto Sclavo, alle sole opere d’infialamento facilmente ricollocabile altove . Operazione mediaticamente resa invisibile, mercé il velo pietoso steso da media zelanti solo sulla ricerca di novità. Novità, che, però, nella fase cruciale della pandemia, non si sono viste. La GSK – che delle multinazionali detiene l’ultimo vessillo – non ha infatti prodotto alcun vaccino anti-Covid19.
C’è poi la questione del comandante: unico, ovviamente. Un capitano Achab, intento solo a leggere la sua Bibbia privata e beneficiare la sua piccola ciurma, consentendo che il grosso della preda venga lavorato in un amico porto alieno (Lombardia?). Quanto alla comparsa improvvisa dei salvifici monoclonali inventati sessanta anni fa’, ma recentemente strombazzati per mesi in ogni salotto televisivo, è chiaro che chi, d’un tratto, se ne è fatto rappresentante non conosce i limiti della loro produzione su larga scala per l’uso nella lotta alle malattie infettive. I quali monoclonali non solo, oltre ai costi elevati non pareggiati dai vantaggi del loro impiego, soffrono anche della loro vulnerabilità alle mutazioni del virus e la concorrenza dei farmaci antivirali. E – peggio ancora – hanno generato una narrazione parziale e messianica, tale da indurre perfino la serissima Coop a raccogliere fondi tra i suoi clienti a pro della loro ricerca: un’iniziativa al limite dello sfruttamento della credulità popolare.
Ma ci domandiamo e proponiamo: su un tema di così grande portata, come il BTP, perché non è possibile un pubblico dibattito, basato su argomenti scientifici e non affidato a suggestioni retoriche? Un dibattito tra esperti del settore veri e non da unti del ‘groviglio armonioso’?
Groviglio che, a quanto pare non intende mollare la presa su questa nostra dolente città.