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22 Settembre 2023Lega e Fdi chiedono la testa di Greco: è di sinistra e razzista. Intellettuali contro Schmidt: vuole candidarsi con la destra
Egizio e Uffizi, scontro politico sui direttori
Voglia di epurazione sotto la Mole Il vice leghista Crippa: Sangiuliano lo cacci, noi faremo di tutto Per Schlein «Meloni ha la mania del controllo» Napoli (Azione): la politica ha smarrito il senso del limite
Roma
La guerra dei direttori dei musei scalda la politica. A Torino Lega e Fdi chiedono la testa del responsabile del Museo Egizio, perché «di sinistra e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana ». A Firenze invece il responsabile degli Uffizi, corteggiato da destra per una possibile candidatura a sindaco di Firenze, è criticato da artisti e docenti.
A scagliarsi contro l’eminente egittologo e manager museale è il vicesegretario della Lega Andrea Crippa: « Faremo di tutto per cacciare Christian Greco dal Museo Egizio di Torino. Chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo». Lo studioso è apprezzato anche perché ha incrementato di molto gli ingressi al secondo museo egizio al mondo, dopo quello del Cairo. A riaccendere la polemica era stato anche l’assessore regionale
piemontese al welfare Maurizio Marrone di Fdi: «Non confermerei Greco. Ha doti manageriali non comuni, ma esistono figure potenzialmente più qualificate, penalizzate non dico per la direzione, ma per un posto nel Cda». L’egittologo nel 2018 era stato attaccato anche dalla leader di Fdi Giorgia Meloni che aveva protestato per l’iniziativa del direttore di offrire un biglietto gratis ogni biglietto acquistato a immigrati di lingua araba. «Non replico nulla, non faccio politica – risponde il direttore -. Mi dedico all’antico e non alla contemporaneità». Si schiera al suo fianco il consiglio di amministrazione del museo: «Per l’articolo 9 dello statuto la nomina e revoca del direttore spetta esclusivamente al Cda», il governo designa solo il presidente della Fondazione (dal 2012 è Evelina Christillin). « Massimo supporto» anche in una lettera di 92 egittologi italiani, ma anche stranieri. Anche sul fronte politico in molti si schierano con Greco. Perfino dalla maggioranza. A partire dal presidente del Piemonte Alberto Cirio, che ha derubricato l’uscita di Marrone a «opinione personale che no n impegna l’istituzione», anzi – ha detto – la Regione riconosce al direttore Greco grande preparazione e capacità». Anche l’assessora regionale alla Cultura Vittoria Poggio ha precisato che « Marrone non ha delega in materia». Per il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi «la nomina di Greco non dipende dal ministro Sangiuliano, Il direttore è bravo ed è indiscutibile». Frena da Fdi anche Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura di Montecitorio: « Né il ministero della Cultura né la maggioranza stilano liste di proscrizione».
Dall’opposizione solidarietà dalla M5s Chiara Appendino, deputata ed ex sindaca. Per la leader del Pd Elly Schlein «Greco dirige il Museo con grande professionalità. Attaccarlo è grave nel merito e nella sostanza, e tradisce la mania di controllo che ha Meloni: come su Rai, Inps, Inail, Centro sperimentale di cinematografia».
Difendono Greco anche Riccardo Magi (+Europa), Angelo Bonelli (Verdi), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), Osvaldo Napoli (Azione). Secondo quest’ultimo, «la politica ha smarrito il senso dei propri limiti e della sua funzione», visto che «la Lega vuole cacciare Christian Greco, fra i maggiori esperti mondiali di antichità egiziane, dalla direzione del Museo Egizio di Torino », mentre «il Pd e un gruppo di intellettuali e di collezionisti schierati a sinistra vogliono le dimissioni del direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, in odore di candidatura a sindaco di Firenze ma colpevole di aver detto che Firenze è una città sporca». Speculare, in effetti, è la polemica a Firenze. Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, viene criticato in una lettera da 67 artisti e intellettuali: su di lui «circolano voci di possibile candidatura a sindaco (per la sua forte opposizione a Nardella, ndr) proposto da Fdi. Prima di lanciarsi in campagna elettorale, dovrebbe aspettare di lasciare il suo mandato di direttore di un museo pubblico, cui è giunto grazie al ministro del governo precedente, Dario Franceschini (oltre a essere stato riconfermato nel 2022 a presidente del Fec, Fondo edifici di culto)».