Quanto hanno pesato le leadership di Fratelli d’Italia e del Partito democratico in questa tornata delle amministrative? La risposta degli esperti di sistemi elettorali è che l’effetto Meloni abbia trainato il centrodestra ad Ancona e a Latina. L’effetto Schlein, per quanto lieve, c’è stato. Alla fine, però, i risultati delle comunali confermano il quadro politico attuale e le intenzioni di voto stimate a livello nazionale.
Il Partito democratico è andato bene quando è riuscito a riacquistare le preferenze dal bacino dell’astensionismo e dal campo dei Cinque stelle. Stesso discorso per il centrodestra, che al posto dei pentastellati ha portato a casa i voti del Terzo polo. L’affluenza scende ma non crolla perché, spiega Lorenzo Pregliasco di Youtrend, «nei piccoli comuni l’attaccamento al voto è superiore rispetto alle regionali, ancor più nel Centro-Sud, che regge a livello di partecipazione». Inoltre, aggiunge, «nei comuni medio-piccoli le spinte sono locali perché conta l’elemento personale. Il voto d’opinione si verifica nelle grandi città».
L’Istituto Cattaneo ha analizzato i flussi elettorali in cinque città di medie dimensioni. A Brescia, dove il centrosinistra ha vinto al primo turno, la neo sindaca Laura Castelletti ha beneficiato di una minore astensione della sua base elettorale e del sostegno di chi alle politiche del 2022 aveva votato per i Cinque stelle. A Vicenza, Giacomo Possamai è in vantaggio in vista del ballottaggio, e in questo caso il centrosinistra ha avuto una spinta dalle liste civiche. Ad Ancona la situazione è speculare rispetto a Brescia, qui è il centrodestra in testa grazie a una minore astensione. A Pisa l’exploit di Michele Conti è arrivato grazie all’appoggio degli elettori di Azione e Italia Viva che hanno lasciato il centrosinistra virando a destra. A Latina affermazione schiacciante di Fratelli d’Italia, ma anche in questo caso l’astensione della base M5s e il riposizionamento a destra di Azione e Italia viva hanno influito sul risultato finale. L’Istituto diretto dal professor Salvatore Vassallo ricorda come queste elezioni comunali siano state considerate un test sia per il governo sia per l’opposizione. Ne hanno dato prova l’impegno diretto dei leader, soprattutto nelle fasi finali della campagna elettorale, in particolare in alcune città. Giorgia Meloni si è spesa soprattutto ad Ancona, considerata l’ultima casamatta del centrosinistra da conquistare nelle Marche. Elly Schlein a Pisa, che poteva sembrare un bastione della Toscana rossa da riprendere. Giuseppe Conte è stato presente a Brindisi, l’unica tra le città maggiori in cui era in campo un candidato Cinque stelle con chance di vittoria.
L’astensionismo alle amministrative è cresciuto dopo il 2008, con una inversione di tendenza che ha visto un tasso di partecipazione al voto più basso nei comuni del Nord rispetto a quelli del Sud, al contrario di quanto era accaduto in precedenza. Le attese su un «effetto Schlein» erano legate al cattivo risultato nazionale di settembre, con il Pd di Enrico Letta fermo al 19%. Le intenzioni di voto erano ulteriormente calate al 16% a causa dell’assenza di un leader, per poi risalire al 20% con l’elezione di Elly Schlein, cioè un punto in più rispetto alle politiche del 2022. Alla fine i dati riflettono questo equilibrio, sottolinea lo studio dell’Istituto Cattaneo che però non sottovaluta il profilo dei candidati sindaci, che può essere stato decisivo in alcune città. «L’effetto Schlein non c’è stato a Pisa dove avrebbe potuto avere un certo impatto. Un effetto Meloni ci può essere stato ad Ancona, sicuramente a Latina», aggiunge Vassallo.
Secondo Pregliasco, aveva bisogno più Schlein di un effetto sul voto che Meloni: «Per il Pd si tratta di un’occasione mancata, ma va ricordato che quello di Schlein è il partito più votato in ben sei dei tredici comuni capoluogo», rileva il direttore di Youtrend. «I risultati negativi dei Cinque stelle, sopra il 3% solo in cinque capoluoghi, dipendono dal fatto che quello di Giuseppe Conte è un movimento di opinione, che va meglio alle politiche che non alle elezioni comunali, dove manca la base territoriale».
Tra le analisi di Youtrend spiccano alcuni numeri interessanti. Nei 91 comuni con oltre 15 mila abitanti il Pd è il partito più votato con il 13,2%, davanti a Fratelli d’Italia con il 12%. Oltre la metà dei voti (54,9%) sono andati però a liste civiche o comunque non chiaramente riconducibili a singoli partiti nazionali. Infine, se si applicasse ai risultati di queste amministrative la proposta di legge del centrodestra per eliminare il ballottaggio se un candidato sindaco ottiene il 40%, allora quattro città avrebbero già il loro primo cittadino: Pisa, Ancona, Brindisi e Vicenza. Le prime tre al centrodestra, solo la quarta al centrosinistra.