Il testo biblico ci sorprende per l’attualità e ci guida nella comprensione del gesto che papa Francesco compirà stanotte: le sue mani poggiate sulla porta daranno il via all’Anno Santo e insieme alla luce del Natale. Un anno in cui oltre 30 milioni di pellegrini raggiungeranno Roma. In un mondo in guerra, in un’Italia in testa alla classifica per la corruzione, dobbiamo tornare al testo del Levitico, che ci dona tre grandi messaggi cui ispirarci.
Il primo: l’amore per la terra, mai così maltrattata e sfruttata. Le catastrofi climatiche stanno diventando un problema all’ordine del giorno. Il Levitico ci ricorda di far riposare la terra.
Il secondo: la dignità delle persone. Nessun uomo deve considerare l’altro come uno strumento.
Ed infine: l’equa distribuzione dei beni, la giustizia sociale.
Il Giubileo diventa così un grande esame di coscienza per la Chiesa, chiamata a testimoniare limpidamente pur nella povertà dei limiti umani. Ma sia un’esame di coscienza anche per chi ci governa ed è chiamato a legiferare. Vorrei usare una parola forte: chi ci governa dovrebbe farlo «profeticamente», pensando non all’interesse immediato ma alla capacità di guardare oltre. E infine sia una riflessione interiore per ogni uomo di buona volontà, credente e non credente.
Ha ragione Margherita Hack quando afferma che Gesù ha trasmesso valori che sono essenziali anche per chi non crede.
Risuonano ancora le parole di Benedetto XVI che valgono anche per questo Giubileo: il Natale non è una favola per bambini. Il Giubileo – aggiungiamo noi – non è una passeggiata per turisti, ma quel passo decisivo, esistenziale, chiamato a trasformare in meglio la vita di ciascuno di noi, la vita delle nostre società. Quando varcheremo quella porta – spero in tanti – saremo solo noi al cospetto di Dio. E ad accoglierci ci sarà alla nostra destra la Pietà di Michelangelo. Proprio questo capolavoro ci indica gli orizzonti che nella nostra vita sono chiamati a congiungersi. L’altezza della croce della Cupola, che ci invita ad elevarci verso Dio, e il capo di Maria sul corpo di Dio che ci chiede di chinarci verso l’umanità sofferente. E a tutti vorrei donare una semplice preghiera che diventa programma di vita e dà senso al passaggio giubilare. «Vorrei essere come una porta che allontana freddo e gelo, che protegge e fa incontrare».