Costa Smeralda, per servirla
16 Giugno 2022Sempre più poveri, senza giustizia né diritti
16 Giugno 2022L’editoriale del direttore Nico Perrone
ROMA – Certo che a ripensarci vien da ridere, riso misto a qualche lacrima. In Italia ogni volta stiamo a salutare le novità, a indignarci per i comizi violenti di questo o quella, ad esempio Giorgia Meloni che arringa i camerati spagnoli, senza riflettere un attimo. Perché basta poco per scoprire che tutte queste cose sono pezzi di film già visti, che vengono riproposti anche oggi senza batter ciglio. Roba vecchia spacciata per nuova. Giuro che sarò breve. Torna in mente la splendida e tragica stagione del ’77. Anche quella prese inizio a Bologna, spuntò il Movimento (toh chi si rivede) con i meravigliosi indiani metropolitani che prendevano per il culo il sindaco Renato Zangheri del Partito comunista, un professorone coi fiocchi e sempre attento alle forme, (Zangherì, zangherà, zangheriamo la città urlavano sotto le Due Torri migliaia di giovani). Un attentato, onta da lavare, perché in quegli anni il Pci dominava da decenni quei luoghi e nessuno era mai riuscito a sfuggire al suo controllo.
Quel movimento giovanile di massa, quella straordinaria energia di cambiamento fu lasciata andare allo sbando, a naufragare nella droga, nel terrorismo e guerriglia urbana. Per capire solo un pochino di quella carica creativa, ecco solo qualche slogan del tempo che fu e che sicuramente vi strapperanno un sorriso:
Siamo provocatori, siamo teppisti, Lama (segretario della Cgil costretto alla fuga davanti l’università di Roma dove svolgeva un comizio anti Movimento, ndr) e Cossiga sono i veri comunisti;
Abbiamo preso poche botte da bambini, per questo ora siamo assassini
E ora, e ora miseria a chi lavora- Più lavoro e meno salario
Rendiamo più chiare le Botteghe Oscure (la sede storica del Pci, ora comprata da una multinazionale del lusso che la trasformerà in albergo a 5 stelle, un’altra coincidenza).
Compagno PCI, t’hanno fregato, niente comunismo, ma polizia di Stato
Provocatori sono PCI e sindacato, che pieni di paura invocano lo Stato
I Lama stanno in Tibet
Lavorare è poco femminile, vogliamo solo macchine da cucire
Viva viva la DC, carri armati anche qui
Siamo del PCI, siam della FGCI, scendiamo in piazza solo con la DC, con gli estremisti no, scendere non si può! Ce l’ha vietato Berlinguer
Sacrificarsi è bello, liberarsi è brutto, siamo donne, subiamo tutto
Al contadino non far sapere quanto è bello l’uranio con le pere
Meno case popolari, più centrali nucleari Argan, Argan (altro professore eletto dal Pci sindaco di Roma, ndr) sei sempre in Vatican
Portare l’attacco al cuore del papato, tutto il potere al chierichetto armato
Non c’è disfatta, non c’è sconfitta senza il grande partito comunista
Piatti, piatti, piatti da lavare, non è femminile lavorare
Siamo felici di fare sacrifici
Gastronomia operaia, cannibalizzazione, forchette, coltelli, magnamoce er padrone
E sempre a Bologna che rinasce 30 anni dopo un altro tipo di Movimento, quello dei 5 Stelle capitanato da Beppe Grillo. Ricordate il mega raduno in piazza per il Vaffanculo Day? Qui un estratto video (solo la prima parte di Grillo) di quella giornata, da vedere assolutamente. Al di là del tono scherzoso, nelle parole dei leader di quel movimento c’era una carica aggressiva e distruttiva verso non solo i ‘nemici’ politici ma tutte e Istituzioni democratiche non da poco. Con Beppe Grillo Garante Supremo che tirò fuori la lista dei parlamentari condannati, nominati uno per uno per la gioia e i vaffanculo della folla. Ecco, siamo ancora qui.
Dopo la tornata elettorale delle amministrative, nemmeno svolti ancora i ballottaggi, siamo già nel pieno della campagna per le elezioni politiche del 2023. Ogni schieramento ha i suoi guai: nel Centrodestra Matteo Salvini e la sua Lega nazionale ormai in declino, con Forza Italia che annaspa e Giorgia Meloni seduta sulla riva in attesa. Nel Centrosinistra il Pd di Enrico Letta si consola perché gli ultimi dati lo vedono primo partito in Italia col 21 virgola qualcosa. Importante certo, ma bisogna anche sapere che da solo anche se primo partito si finisce all’opposizione. Attorno è un disastro, tanti partiti e sigle, a partire dal M5S ridotto ai minimi termini, con leader interni ed esterni che si odiano e non si sopportano.
Altro che traversata nel deserto, al segretario Letta consiglio di attirarli con una trappola in un luogo ben recintato, chiuderli dentro e farli uscire soltanto quando avranno trovato una minima intesa tra di loro. In attesa, ecco perché i leader Dem sotto sotto brindano a Giorgia Meloni, si augurano 100, 1000 comizi come quello spagnolo: un nemico chiaro fa sempre comodo, galvanizza e distoglie l’attenzione dai propri guai. E poi lasciatemelo dire: che scandalo è arringare i propri militanti? Altro sarebbe stato se Meloni avesse parlato al mondo intero. Ma lì c’erano i nostalgici, anche tanti giovani, ma del tempo andato. E si sa che la nostalgia è canaglia. Di fronte ad una politica che fa sempre più fatica a dire qualcosa, ad appassionare e suscitare emozioni, che anche per questo sempre più allontana perché considerata una truffa, ben venga la passione, la voglia e la libertà di sostenere idee da altri considerate sbagliate. Una democrazia, una vera democrazia, si nutre e vince anche per questo.