Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è contento perché l’Acea, spa comunale che si occupa di energia ma che evidentemente punta a consolidare il proprio ruolo nel settore dei rifiuti, ha presentato nei giorni scorsi una proposta per la costruzione dell’annunciato inceneritore della capitale. Una proposta che incorona Francesco Gaetano Caltagirone e archivia Manlio Cerroni, l’imprenditore che, per quattro decenni, è stato l’unico e indiscusso protagonista, il re, del grande affare dell’immondizia romana.
La costruzione dell’enorme impianto, che brucerà 600mila tonnellate all’anno di rifiuti, sta quindi per trasformarsi in un’occasione per ridisegnare la geografia del potere politico, oltre che imprenditoriale, di Roma.
LA POLITICA FESTEGGIA
La proposta di Acea è stata accolta dalle parole di giubilo del primo cittadino e spiegata nel dettaglio da Fabrizio Palermo, manager della municipalizzata: «Siamo partiti con il progetto a novembre, creando un consorzio e mettendo intorno al tavolo i migliori soggetti presenti sul mercato. Hitachi Zosen Inova è il più grande costruttore al mondo di impianti di questo tipo. Suez è uno dei maggiori operatori di impianti di termovalorizzazione a livello globale. Vianini lavori, storica impresa di costruzioni, lavorerà alla realizzazione». Vianini lavori è una società del gruppo Caltagirone, Suez è la spa francese nella quale il gruppo Caltagirone ha detenuto quote fino al 2020. Suez, al 23 per cento, e Francesco Gaetano Caltagirone, al 5 per cento, sono soci di minoranza di Acea.
Francesco Gaetano Caltagirone, editore del Messaggero, ha un impero che spazia dall’editoria alla finanza passando per l’intramontabile cemento. È il più noto tra i palazzinari romani, da sempre il numero uno. Il fatturato del suo gruppo, per l’80 per cento, viene ormai prodotto fuori dall’Italia, ma Caltagirone mantiene saldamente i suoi piedi e il suo cuore nella capitale.
Il patrimonio dell’imprenditore, in questi anni, è cresciuto indipendentemente dal “colore” della giunta in carica, ma in una città di relazioni è sempre meglio mantenere rapporti di buon vicinato. In campagna elettorale Gualtieri aveva escluso la costruzione dell’inceneritore poi, eletto sindaco, ha cambiato idea.
Così adesso, quando scoppiano gli incendi a causa di incuria e illegalità diffuse, gli esponenti democratici lanciano l’allarme di una possibile rete criminale che vuole fermare l’impianto. Allo stesso modo, quando i rifiuti sommergono i marciapiedi, il sindaco ribadisce che il forno mangia pattume risolverà ogni problema. L’inceneritore, insomma, è il sol dell’avvenire della giunta Gualtieri.
Ma sono in tanti a tifare per l’enorme macchinario che si occuperà di ingoiare rifiuti indifferenziati mettendo fine definitivamente alla stagione di Manlio Cerroni che un tempo gestiva l’enorme discarica Malagrotta, poi chiusa dall’allora sindaco Ignazio Marino, e oggi possiede, commissariati, gli impianti di trattamento meccanico biologico che saranno definitivamente archiviati.
Tramonta Cerroni e anche l’Ama, l’azienda pubblica di raccolta dell’immondizia, che ha braccia e gambe, ma non ha impianti. Una parte dei rifiuti romani viene già bruciata da un inceneritore di proprietà di Acea, si tratta dell’impianto di San Vittore, destinatario di quantitativi aggiuntivi di immondizia nella fase più critica della perenne emergenza romana e che ha già ottenuto le autorizzazioni necessarie per la realizzazione di una quarta linea.
LA LISTA
Durante la campagna elettorale Gualtieri ha affidato la cura della sua lista civica all’imprenditore ed ex senatore democratico Raffaele Ranucci, amico di famiglia dei Caltagirone.
Ranucci ha messo insieme donne e uomini cari a quel mondo ed è riuscito a ottenere due assessorati di peso nella giunta. Monica Lucarelli, manager e già presidente dei giovani industriali, è diventata responsabile delle Attività produttive e del commercio.
Proprio nel suo assessorato, partecipando anche i comitati per l’ordine pubblico e la sicurezza, ha lavorato Camilla Marianera, la giovane praticante oggi in carcere per corruzione perché, in cambio di soldi, avrebbe fornito notizie riservate alla malavita romana.
L’altro nome in giunta è quello di Alessandro Onorato, ex fedelissimo del costruttore rosso Alfio Marchini. Onorato si occupa di grandi eventi. E tra i grandi eventi c’è ovviamente il Giubileo del 2025. I fondi per realizzarlo serviranno anche a costruire l’enorme bruciatore grazie al decreto, preparato dal governo di Mario Draghi, che ha consentito la deroga al piano regionale, promosso dall’allora presidente, Nicola Zingaretti, che escludeva l’impianto.
Quando, nel marzo 2022, Ranucci si è sposato, ha avuto come testimone di nozze proprio l’editore-imprenditore, Francesco Gaetano Caltagirone. Tra i tanti ospiti c’era Onorato mentre il sindaco ha dovuto rinunciare perché risultato positivo al Covid.
«Siamo impegnati a individuare e a sostenere scelte amministrative di grande respiro dopo anni di immobilismo nell’interesse dei cittadini romani», ha detto Giorgio Trabucco, capogruppo della lista civica, quando Domani ha anticipato la fine del potere cerroniano e il trionfo di Caltagirone. Adesso, dopo la costituzione, una commissione valuterà il progetto. Al termine dei lavori sarà espresso un parere prima dell’indizione della gara. I cantieri dovrebbe aprire nel 2024 e l’impianto dovrebbe entrare in funzione nel 2026. Mancano tre anni, ma c’è già chi festeggia.