Sanità, pensioni, taglio del cuneo fiscale, aiuti alle famiglie e fondi alle forze dell’ordine. La lista delle priorità per la prossima finanziaria si allunga sempre di più, i fondi a disposizione sono sempre troppo pochi. Con l’effetto di amplificare l’ansia a palazzo Chigi ma anche le contrapposizioni tra ministeri e partiti di maggioranza.
La premier Giorgia Meloni ha continuato a ripeterlo, con più forza nelle sedi riservate e conviviali di partito come la cena a colle Oppio e in modo più sfumato all’esterno: il momento è grave, le risorse sono poche e la congiuntura economica è delicata.
Una agitazione quasi palpabile, mostrata anche con l’attacco frontale al commissario europeo Paolo Gentiloni sulla questione della cessione di Ita a Lufthansa, poco ortodosso e potenzialmente controproducente per i rapporti con l’Unione europea. Su altro fronte, Matteo Salvini si sente già in campagna elettorale. Con le mani libere che gli concede il ministero dei Trasporti, è sempre in giro per l’Italia tra comizi, eventi e presentazioni, portandosi avanti nel creare il clima da campagna elettorale in vista delle europee.
La Lega, infatti, sta sfruttando la pulsione accentratrice di palazzo Chigi a suo vantaggio: diluire le responsabilità sui dossier più complicati, come quello migratorio, significa permettere a Salvini di correre sempre sul filo del distinguo rispetto all’operato della premier.
Del resto, a breve tornerà anche la questione Mes: Salvini rimane contrario alla ratifica, ma dall’Europa sono arrivati segnali inequivocabili a Meloni che non potrà più tergiversare. Per non perdere il filo politico, Meloni oggi ritornerà a occuparsi del partito all’assemblea di Fratelli d’Italia in cui prenderà la parola lei per ridare slancio al partito, anche se la maggiore curiosità è per la prima uscita pubblica della sorella Arianna, probabile candidata alle elezioni europee.
LA TASSA SULLE BANCHE
La prossima grana di Meloni, però, potrebbe venire da Forza Italia. Il partito, in emorragia di consensi e in difficoltà di rilancio dopo la morte del fondatore, non ha fatto mistero di non aver gradito la tassa sugli extraprofitti delle banche, che colpisce anche la banca Mediolanum (di cui la famiglia Berlusconi detiene una quota), e ha già annunciato emendamenti in Commissione.
Non solo, sulla previsione emergerebbero anche dubbi di costituzionalità che hanno fatto tentennare anche FdI e soprattutto Meloni, che dell’operazione si era assunta la responsabilità politica. Con il risultato che quella che doveva essere una fonte di ossigeno per i conti della finanziaria potrebbe ridursi a un rivolo poco consistente. Riportando così al punto di partenza il lavoro di Meloni e del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.