Alleanze da zar
3 Ottobre 2023La difesa di Apostolico “Io scafista in toga? Alla base dei miei atti solo motivi giuridici”
3 Ottobre 2023La Nota
di Massimo Franco
S i avverte un riflesso del passato, nelle voci che tendono a accreditare la possibilità di un governo tecnico. È come se non ci fossero state le elezioni del 25 settembre del 2022; come se potesse spuntare per magia una maggioranza alternativa all’attuale; e come se il contesto internazionale e una situazione sociale delicata permettessero il ritorno a un’esperienza del genere. Si immagina una scomposizione della maggioranza di governo e delle opposizioni, al momento inverosimili. E il Quirinale è il primo che sembra non credere a uno scenario simile.
Per questo la sensazione è che si tratti di un’ipotesi senza consistenza. Semmai, c’è da chiedersi come mai sia spuntata, e perché Palazzo Chigi non l’abbia liquidata con un’alzata di spalle. E qui forse, più che il timore di una crisi di governo per dare vita a coalizioni spurie, giocano i rapporti dentro la maggioranza di destra. Avvertire, come ha fatto la cerchia della premier, che dopo il suo esecutivo ci sarebbero solo le elezioni , è un avvertimento rivolto agli alleati.
È un modo per far capire che le manovre di logoramento in atto nella Lega e, in parte, in FI sono un gioco pericoloso. E potrebbero portare a esiti non voluti, come un’interruzione traumatica della legislatura. Di certo, sentire dire a ministri di Meloni dopo neanche un anno al potere che se c’è una crisi si torna alle urne, mostra come minimo un certo nervosismo. Si osserva con un filo di apprensione l’atteggiamento dei mercati finanziari, sebbene la premier e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, usino parole di equilibrio.
Ieri, il leader leghista Matteo Salvini ha voluto di nuovo mostrare il suo volto conciliante. «Il primo messaggio che scambio al mattino è con Giorgia», ha fatto sapere per zittire le voci di contrasti. «Riparleremo di elezioni politiche non prima del 2027». Maurizio Gasparri, berlusconiano, è andato oltre: «Stiamo già archiviando quelle del 2027, che rivinceremo. Ci stiamo concentrando sulle elezioni del 2032». Quanto all’esecutivo attuale, «durerà 5 anni. Non esiste guida tecnica o politica migliore».
Ma le rassicurazioni debbono confrontarsi con una situazione economica a dir poco in chiaroscuro. Più ancora che il tema dell’immigrazione, alimentato in modo un po’ artificioso, a rendere le prospettive incerte sono la penuria di fondi per la sanità, le pensioni e molti dei progetti promessi. L’invito del capo dello Stato, Sergio Mattarella, a «fare squadra» e a una «leale collaborazione» tra le istituzioni è un principio che aspetta di essere applicato. Mattarella ha ringraziato il ministro Raffaele Fitto per «l’inesausto impegno» sul Piano per la ripresa. Anche su quel capitolo, tuttavia, gravano incognite non ancora risolte.