Ci sono tre nomi per il dopo Betori le manovre della Chiesa
26 Gennaio 2024NEWS
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«Qui cortocircuito di continuità, altrimenti potrei parlare col Pd»
Montanari: cambiamento solo a destra? No, l’obiettivo è un ballottaggio tra sinistre
Tomaso Montanari è sceso in campo per le Comunali a Firenze sperando di farsi regista delle sinistre alternative al Pd. Il rettore dell’Università per stranieri di Siena si candiderà in Consiglio comunale, ma intanto tenta di federare liste attorno alla neonata associazione 11 agosto. L’obiettivo? «Arrivare al ballottaggio».
Il nome della vostra associazione ha suscitato critiche. Pd e Iv obiettano che la data di liberazione di Firenze dal nazifascismo sia patrimonio comune e non di una parte, Nardella l’ha attaccata duramente anche ieri su questo.
«Certo, la liberazione è di tutti. Segnalo però che anche i due partiti che protestano hanno nomi che ci appartengono: siamo democratici e certamente in Italia».
Restiamo alle polemiche. Lei ha incassato il no di padre Bernardo e l’adesione di alcune figure religiose a 11 agosto rischia di creare un caso nella chiesa fiorentina.
«Ma chiunque si può iscrivere. Non c’è rapporto formale fra l’associazione e una eventuale lista elettorale. Se nascerà qualcosa rispetto alle elezioni sarà attraverso un altro soggetto con un proprio statuto, vorrei fosse chiaro».
Sta incontrando molte realtà elettorali. Sembra che le vada bene stare con chiunque purché sia contro il Pd. O ha un progetto di città?
«Il progetto esiste, eccome: è quello che ho portato avanti da decenni assieme a tante persone, un piano che si contrappone a un governo cittadino, quello sì, senza un progetto da decenni. Siamo innanzitutto antifascisti e ci candidiamo a cambiare la città. Se il Pd fiorentino uscisse dal suo cortocircuito di continuità sarebbe il nostro primo interlocutore. Purtroppo il Pd fiorentino sta dall’altra parte nonostante quel che è successo alle ultime primarie».
Qui il congresso l’ha vinto Elly Schlein, con il 70% dei voti. Qual è il cortocircuito?
«Quello che Sara Funaro (candidata sindaca del Pd, ndr ) ha riferito proprio al Corriere Fiorentino , quello per cui “se si vuole cambiare è giusto votare a destra”. L’associazione 11 agosto nasce per questo. Noi vogliamo cambiare, ma in direzione della Costituzione. Sinistra è cambiamento, non continuità».
Torniamo al vostro progetto di città.
«Rendere Firenze una città più giusta, un luogo di tutti: una città non spaccata fra ricchi e poveri, che vede differenze sostanziali con i suoi quartieri».
Tra i primi impegni che ha preso c’è il no allo sviluppo dell’aeroporto. Ma qual è l’alternativa? Chiuderlo?
«Vada a parlare con chi vive alle Piagge: non si possono trattare quelle persone come se fossero di serie B. in qualunque Paese normale si potenzierebbe un collegamento ferroviario con Pisa. Se ci si lavorasse ci vorrebbe meno tempo da Firenze a Pisa che dal city airport di Londra alla città. Quell’aeroporto non può crescere nella Piana e l’alluvione l’ha fatto vedere. Non lo chiuderei, ma il traffico andrebbe dimezzato, non raddoppiato».
Sarete la voce dei comitati del no?
«Governo da anni un’università: mi pare di dimostrare che le cose le realizzo».
Un eventuale accordo con Cecilia Del Re, per anni assessore nella giunta Nardella, non sarebbe in contraddizione con la vostra piattaforma?
«Quando nasce un’associazione culturale dovrebbe interessare quali idee le persone hanno di questa città, non da dove vengono e come si chiamano. Per questo penso che dal M5s a Del Re, passando per Dmitrij Palagi e Firenze Rinasce, si possa condividere un percorso. Spero che possa succedere quel che è accaduto a Campi: un ballottaggio fra due modi di intendere la sinistra. Ma se così non fosse ci sarebbe ancora un modo di essere protagonisti, al ballottaggio. Va detto che Del Re dovrebbe ora uscire dalla maggioranza in Palazzo Vecchio per esser conseguente».
La sua opposizione alla gestione Pd si può spingere sino a un’intesa con Iv?
«Per me quello è un partito di destra, infatti sono pronti a fare la riforma elettorale con Meloni».
A Controradio lei non ha escluso l’interlocuzione con il Pd, già da ora. Cosa la blocca?
«Io ho parlato a lungo con Elly Schlein in varie occasioni. Le ho detto che a Firenze dovevamo fare una grande coalizione in nome della discontinuità. Schlein, però, nei fatti, ha rinunciato a Firenze. L’ha delegata all’altra parte del Pd: non c’è discontinuità culturale tra Nardella e Renzi. Qualcuno mi dica le differenze».
Farebbe più paura una destra che presenta in città l’ex direttore degli Uffizi come candidato sindaco?
«Cercano un ombrello, è un’operazione travestimento e non so se riuscirà. Comunque lui è stato un pessimo direttore per gli Uffizi. Mi fa più paura Fratelli d’Italia, un partito pericoloso: l’orizzonte di smontaggio della democrazia che vogliono attuare lo rende tale».
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