Clima teso tra i Dem Renzi prende tempo sull’ok a Funaro e Giani avverte: Iv va coinvolta
di Ernesto Ferrara
Ribaltone in assemblea o lista civica per Cecilia Del Re. Non è ancora chiaro se in accordo con Renzi. Proprio quel Renzi a cui ormai nel Pd appaiono, chi più chi meno, convinti di buon grado a far a meno. Tutti tranne uno: il governatore Eugenio Giani. Uno scenario da filmone ad alta tensione si staglia sull’orizzonte di fine anno dei dem fiorentini. La direzione comunale del partito di lunedì scorso ha decretato con 45 voti favorevoli il primo stop formale alle primarie e alla pressante richiesta dell’ex assessora Cecilia Del Re, con cui si sono schierati solo 4 membri. Stabilendo che sarà il segretario cittadino dem Ceccarelli insieme ad un gruppo di “saggi” a fare consultazioni per trovare il candidato sindaco, senza dunque passare dalle primarie che il documento approvato non menziona mai. È però pur sempre l’assemblea cittadina del Pd, organismo da 170 membri, a dover ratificare la scelta. Votando, come prevede lo statuto, di non fare le primarie. E serviranno i 3/5 perchè la linea passi. Stando ai numeri emersi nella direzione di lunedì il gruppo Nardella- schleiniani non avrà alcun problema ad imporsi: il dispositivo votato portava in calce le firme di 135 membri dell’assemblea comunale, ben oltre i 3/5. Ma i delreiani sono convinti di poter fare il miracolo: « I numeri in assemblea non li avranno. Molta gente che ha firmato il documento della direzione non sapeva che sarebbe poi stato messo ai voti. Sulle primarie i numeri sono altri. E dovranno essere tutti in presenza» vanno dicendo i collaboratori dell’ex assessora che stasera (ore 21) si gioca il tutto per tutto con la prova di forza del Tuscany Hall, dove annuncia 1.000 persone per dimostrare che c’è un popolo che invoca primarie contro un blocco di potere che le respinge per blindare la candidatura di Sara Funaro, assessora al sociale di Nardella. «Rinunciare alla partecipazione, paventando il rischio inesistente di divisioni, sarebbe un errore destinato ad acuire la frattura nel Partito democratico » ammonisce Del Re incassando ieri su Facebook un appoggio alle primarie anche daGiacomo Billi, l’ex segretario Pd ai tempi di quelle di Renzi 2009. «Cecilia sogna il ribaltone in assemblea? Sogni pure. Ci hanno chiesto di convocarla presto e la accontenteremo. Entro un paio di settimane si farà. Non capisce che così facendo continua a spaccare la nostra comunità » ribattevano ieri sera dirigenti demdell’area Schlein pro-Funaro. E se anche l’assemblea confermasse la linea “ no primarie”? Difficilmente Del Re rientrerebbe nei ranghi funariani: l’avventura di una lista civica è già sui tavoli di lavoro dell’ex assessora. Giocherebbe di sponda con Renzi, come il canale aperto Bonifazi- Del Re potrebbe lasciar pensare? Il leader di Italia Viva ancora non parla. E nel Pd ci sono diverse scuole di pensiero sui rapporti da tenerci. Per schleiniani e nardelliani niente veti all’ex rottamatore ma nessun ricatto accettabile e nessun negoziato sul nome del candidato. Non esattamente la teoria di Giani. Il governatore, a lungo chiacchierato come possibile candidato sindaco lui stesso, è ora approdato su Funaro ma resta convinto che vada tenuto Renzi nel progetto politico su Firenze. Non è chiaro se fino al punto da accettare un suo veto su Funaro. L’auspicio gianiano è che sia ora proprio Funaro, superando le perplessità di Nardella, ad intessere un dialogo in autonomia con l’ex rottamatore. Trama complicata, visto che il leader di Iv da mesi teorizza di non volere candidature nardelliane, tanto da aver chiest più volte nomi a Schlein e ai suoi. Eppure mai dire mai: « Renzi ha in mente di correre da solo su Firenze ma se si rende conto di non valere granchè è pronto a fare accordi anche col diavolo » spiega la realpolitik renziana chi lo conosce bene. In attesa di sciogliere il nodo, gli strateghi funariani delineano già la possibile coalizione che potrebbe venire a crearsi sulla nipote di Bargellini: Azione, Sinistra Italiana- Verdi, Più Europa, Volt, Socialisti. Se non ci fosse Renzi persino coi 5 Stelle potrebbe aprirsi un dialogo. Se non altro al ballottaggio. In fondo con questa folla, con almeno 4 candidature a sindaco nel centrosinistra, per il Pd evitare il secondo turno a giugno 2024 potrebbe essere dura.