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28 Dicembre 2022Mense scolastiche Palazzo Vecchio verso la gestione diretta
28 Dicembre 2022No alla fusione di Publiservizi: «Troppe incognite». Nel mirino da Firenze e Prato
Mauro Bonciani
Ad appena 24 ore dall’assemblea di Publiservizi, a pochi giorni dal 30 dicembre, data fissata per la fusione, da 14 sindaci dell’Empolese arriva lo stop all’operazione multiutility. Uno stop inatteso e fragoroso, accolto con tensione da Palazzo Vecchio, che rischia di allungare e complicare il cammino della fusione di Acqua Toscana, Publiservizi, Alia e Consiag. Percorso approvato a fine ottobre e che entro l’anno doveva concretizzarsi, cosa che adesso sembra difficile.
Lo stop, con il no alla fusione di Publiservizi, società dell’Empolese, per dare vita alla multiutility, è arrivato con un comunicato congiunto dei quattordici primi cittadini, a iniziare da Brenda Barnini, sindaco di Empoli, e il problema è nato dalla volontà di quotare in Borsa nel 2024 una parte delle azioni della multiutility, idea già votata nelle delibere dei Comuni che ieri hanno frenato, e dalla mancanza di certezze sulla operazione di quotazione in Borsa. Le delibere votate dai 66 Comuni che aderiscono alla futura società infatti sono diverse tra loro e diversificate, con a volte la previsione di un altro voto nei consigli comunali per dare il via libera alla quotazione, come per il Comune di Firenze e quello di Prato. Differenza che ha causato incertezze nei Comuni dell’Empolese, come anche la preoccupazione per una eccessiva diluizione del loro peso nella futura società, molto più grande rispetto al perimetro di Publiservizi, e di alcune questioni legate al patrimonio.
Al di là delle letture politiche — dovute anche alle tensioni nelle diverse anime del Pd e del centro sinistra e forse alla frizioni Empoli-Regione sul gassificatore a cui Barnini ha pochi giorni fa detto di no — oggi il passaggio dell’assemblea di Publiservizi sarà decisivo. Se arrivasse un no alla, fusione in Alia, il futuro della multiutility, operazione voluta con forza dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, tornerebbe in bilico.
«Ci sono troppe discrepanze negli atti di altri Comuni: così per noi è impossibile sciogliere Publiservizi — scrivono i sindaci dell’Empolese — Dobbiamo con rammarico registrare che soltanto nei nostri Comuni si è arrivati all’adozione di atti pienamente rispondenti alle intese raggiunte a livello istituzionale, mentre in altri consigli comunali sono state finora approvate delibere che da essi si differenziano in punti decisivi. Il permanere di questa asimmetria nelle manifestazioni di volontà dei consigli comunali genera pesanti e ineludibili incognite. Finché l’asimmetria sussiste, procedere allo scioglimento di Publiservizi, che contiene il patrimonio storico del nostro territorio sui servizi pubblici locali, ci risulta pertanto impossibile».
Insomma i Comuni ribadiscono «la volontà politica e amministrativa» di creare la multiutility, ma vogliono garanzie: «Fare bene non è solo più importante di fare presto: in questo caso è una condizione imprescindibile». Vedremo se le tante telefonate di ieri tra sindaci e assessori saranno state sufficienti, se l’assemblea di oggi prenderà solo tempo o se ribadirà il no, buttando la palla nel campo di Palazzo Vecchio. Che nel peggiore dei casi dovrà decidere se andare avanti senza Publiservizi.
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De Mossi: “Multiutility al servizio dei cittadini e della comunità, coinvolgere gli enti”
Il sindaco di Siena sulla proposta di progetto
Data di pubblicazione:
“Gli obiettivi sono sempre il miglioramento del servizio ai cittadini e i minori costi per la comunità”. Così il sindaco di Siena Luigi De Mossi commenta la bozza di proposta tecnica di un primo nucleo di Multiutility Toscana, presentato nei giorni scorsi. “Come amministrazione comunale – sottolinea De Mossi – siamo stati fra i primi a commentare con favore questo progetto, proprio al fine di ottenere un efficientamento generale delle erogazioni alle famiglie e una ricaduta maggiore degli avanzi sul territorio di riferimento. Naturalmente una assoluta priorità è il pieno coinvolgimento delle istituzioni del territorio, a partire dalla Toscana del sud, che devono rimanere il punto di riferimento progettuale per valutarne la effettiva fattibilità”.
“Ho avuto già modo di dire – sostiene il primo cittadino – come una multiutility di ambito regionale sia ancora più importante, perché può diventare il soggetto capace di agevolare la differenziazione nell’approvvigionamento energetico e di aiutare lo sviluppo di un piano energetico regionale rivolto al futuro. Da questo punto di vista ribadisco come sia anche necessaria la stesura del nuovo piano energetico regionale, che attende da troppi anni e non è più rinviabile”.