Alle Europee del 2024 Matteo Salvini sogna almeno un sorpasso su Giorgia Meloni. Quello della Lega su Fratelli d’Italia è irrealistico. È invece possibile quello europeo: il gruppo nero Identità e tradizione, di cui fa parte il fu Carroccio, potrebbe scavalcare l’altra famiglia nera, i Conservatori europei guidati da Meloni. A Salvini sono arrivate proiezioni sulla distribuzione dei seggi nel prossimo Europarlamento che danno vicino l’obiettivo (i Conservatori partono da quattro seggi di vantaggio nella legislatura in corso). Ma molto più del sorpasso, che avrebbe un valore solo simbolico ed effetti ininfluenti sui futuri assetti della Ue, per Salvini l’obiettivo è un altro, sempre il medesimo dal 25 settembre 2022: mettere Meloni in difficoltà e possibilmente sul suo stesso terreno.
A questo serve il raduno di domenica a Firenze, di fatto l’avvio della campagna elettorale europea. Portare in Italia delegazioni provenienti da dodici Paesi dell’Unione, in rappresentanza di partiti anti-europeisti, xenofobi ma talvolta proprio razzisti, sovranisti ma talvolta proprio fascisti, No Vax, spesso filorussi, è soprattutto un modo per ricordare agli elettori che c’è un’ultradestra che non si rimangia le sue parole d’ordine eche non è disposta a fare ciò da cui Meloni è invece tentata: trattare con Popolari e Socialisti per un posto nella maggioranza che eleggerà la nuova Commissione, con il possibile bis alla presidenza di Ursula von der Leyen. In pratica, lo stesso schema adottato sulla ratifica italiana del Mes, con la Lega contraria come da posizione storica e Meloni in imbarazzo nel conciliare la linea di sempre con il suo attuale ruolo. Una situazione che paralizza il governo, l’Italia è l’unico Stato a non aver ratificato il trattato, e lo mette in difficoltà sui dossier ancora aperti, a cominciare dalla riforma del Patto di stabilità. Difficile trovare una coalizione di governo più variopinta di quella italiana sulle questioni europee: tre partiti, tre posizioni diverse. Nel blocco di maggioranza a Bruxelles continuerà infatti a esserci Forza Italia, membro del Partito popolare europeo, e però ultima ruota del carro nella coalizione di governo, perché l’Italia non è solo l’unico Paese dell’Europa occidentale a trazione sovranista, ma anche l’unico dove i partiti sovranisti sono addirittura due, e preminenti.
Salvini è molto ringalluzzito dagli ultimi eventi. Lo sollevano i fatti italiani – poche cose lo hanno compiaciuto più dell’inciampo ferroviario del ministro Lollobrigida – lo ingolosiscono gli scenari europei. I partiti sovranisti sostenuti da Meloni, polacchi e spagnoli, sono andati a schiantarsi nelle rispettive elezioni nazionali. Geert Wilders, leader del Partito per la libertà, suo amico dai tempi in cui erano entrambi eurodeputati e che sarà l’ospite d’onore a Firenze, ha appena vinto le elezioni in Olanda e rischia di diventare primo ministro. I buoni sondaggi del Rassemblement di Marine Le Pen – la leader di destra più detestata da Meloni, e forse anche per questo migliore amica di Salvini – e dei criptonazi tedeschi di Alternative fur Deutschland hanno convinto Salvini che la Lega abbia una buona probabilità di essere dal lato giusto della barricata sovranista. Del resto, c’è poco da fare affidamento sul resto della compagnia convocata a Firenze, che si fa notare più per la radicalità delle posizioni che per i consensi elettorali, modesti o in qualche caso nulli.
Per dare un’idea del repertorio ideologico che sarà dispiegato a Firenze, basti dire che tra i videomessaggi di saluto ci sarà quello del portoghese Andrè Ventura, leader di Chega (Arriva), un partitino di estrema destra che nel suo ultimo congresso ha votato una mozione in cui si proponeva di rimuovere le ovaie alle donne che abortiscono. Presente sarà invece Kostadin Kostadinov, leader del partito bulgaro Rinascita, che sulla Unione europea si è espresso così: «Costituisce, nel suo stato attuale, un pericolo politico per la civiltà europea». Tutti i partiti si distinguono per posizioni ferocemente anti-ecologiste e dunque per una totale ostilità alle misure di transizione ecologica. In prima fila ci sono proprio i tedeschi di Afd, che ormai hanno fatto del tema un cavallo di battaglia al pari delle campagne anti-immigrazione. Anche Salvini si è adeguato: è una delle ragioni per cui si tuffò sulla tragedia del pullman caduto dal cavalcavia a Mestre puntando il dito sul fatto che il veicolo fosse elettrico («Una fesseria vendere solo auto elettriche dal 2035», ha detto ieri). Dalle parti di Meloni c’è insofferenza per la guerriglia leghista, non da ora. C’è però anche fiducia nelle urne: se i numeri del voto europeo confermeranno i rapporti di forza delle ultime politiche – 25 a 8 – per Salvini non sarà facile dare uno sbocco concreto alla sua offensiva nera.