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14 Giugno 2025La protesta Oggi la città, con centinaia di altre, sarà in piazza per respingere la dittatura di Trump. Il senatore dem Padilla, arrestato per aver contestato Kristi Noem: gli immigrati sono alla base della ricchezza della California
L’invasione di Los Angeles (titolo del Los Angeles Times) si è consolidata ieri con lo stanziamento di altri riservisti della guardia nazionale ed i primi marines.
Giovedì sera l’impiego della Guardia nazionale era stato bloccato da un tribunale federale ed il controllo delle truppe restituito al governatore Gavin Newsom. A stretto giro la corte d’appello ha però a sua volta invalidato quella sentenza in attesa di valutare, la prossima settimana, il ricorso del governo Trump. Intanto, dopo quattro giorni passati in caserme locali per ricevere addestramento specifico all’intervento «urbano», anche i reparti di marines arrivati dalla base di Twentynine Palms hanno preso posizione per la prima volta «a difesa di edifici federali». Ogni provvedimento un’escalation militare grottescamente sproporzionata rispetto alla situazione effettiva.
LE PROTESTE continuano da parte di manifestanti ma a regime ridotto da quando è stato imposto il coprifuoco notturno nel centro della città. Nuove manifestazioni si sono invece registrate in altre località. Dopo Long Beach, giovedì sera vi è stato un assembramento ad Anaheim, nei pressi di Disneyland, disperso dalla polizia.
Sono continuati invece a pieno ritmo i raid indiscriminati della Homeland Security, il ministero ombrello per la sicurezza interna, creato nel 2002 durante la war on terror e che raggruppa le agenzie del complesso securitario federale, oggi spedite a “pacificare” la seconda metropoli del paese e, secondo lo “zar delle deportazioni” Tom Homan, presto anche le altre città santuario ad ammnistrazione democratica.
A LOS ANGELES continuano a riverberare le dichiarazioni della ministra della Sicurezza Kristi Noem sull’obbiettivo di «liberare la città dall’oppressione socialista del governatore e della sindaca». L’affermazione, resa sopra le obiezioni del senatore californiano Alex Padilla (aggredito ed ammanettato per il suo disturbo) sono state rappresentazione plastica di un intento autoritario che mette un macigno, dopo l’assalto alle norme di giusto processo, sulla concezione democratica e federalista della nazione. Le obiezioni unanimi di autorità locali ed esponenti democratici nazionali (ed il silenzio assordante dei repubblicani) profilano di fatto l’occupazione militare di uno stato dissidente dell’Unione.
Una percezione che il governo Trump sembra intenzionato in ogni modo a promuovere, assieme alla criminalizzazione di ogni forma di dissenso. Esponenti repubblicani hanno incolpato Padilla di «essersela cercata» con un comportamento «irrispettoso».
E il senatore Maga Josh Hawley ha inviato una lettera all’associazione per i diritti dei migranti Chirla, diffidando la Ong dal «fiancheggiare attività criminali».
Prima della fatidica conferenza stampa la ministra Noem aveva partecipato personalmente ai rastrellamenti degli agenti, assistita da una postazione per il trucco e telecamere predisposte dal ministero per produrre contenuto social. In particolare Noem si è presentata all’alba con una dozzina di militari in assetto “Falluja” nel sobborgo ispanico di Huntington Park, dove i soldati hanno fatto irruzione in una casa occupata da una cittadina americana incinta e i suoi quattro figli, alla ricerca del marito (risultato poi assente). Raid rappresentativo del livello della “operazioni” che continuano come missioni in territorio ostile. Nel mirino dei federales ieri sono finiti altri auto lavaggi e diversi venditori ambulanti di frutta, oltre che persone che accompagnavano bambini a scuola. E i rastrellamenti si sono estesi alle campagne di Ventura County, un centinaio di chilometri a nord, dove è in corso la raccolta stagionale delle fragole. Immagini video hanno mostrato agenti alla rincorsa di lavoratori agricoli in fuga in mezzo ai filari.
POST-ARRESTO, il senatore Padilla, lui stesso figlio di cuoco di fast food e collaboratrice domestica immigrati dal Messico, ha ricordato come la forza lavoro immigrante non siano un intralcio ma la ragione stessa del successo economico dello stato, il più multietnico ed il più ricco d’America.
Alla radice della diffusa indignazione nella popolazione c’è soprattutto l’abuso palese dei diritti umani. Gruppi di contestatori hanno di recente preso di mira gli alberghi dove alloggiano gli agenti federali con rumorosi presidi notturni per privarli del riposo.
Oggi la città, assieme a centinaia di altre in tutta America sarà in piazza per manifestare il rifiuto alla dittatura di Trump.