“Pronto, ti disturbo Maria Rosaria? Come stai, innanzitutto?”. La storia che vi stiamo per raccontare non è solo gossip né una questione personale. È la sera del 3 settembre 2024. L’allora ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano chiama al telefono Maria Rosaria Boccia, la mancata Consulente Grandi eventi. Qualche ora prima di questa conversazione, Sangiuliano era stato convocato a Palazzo Chigi per chiarire la sua posizione rispetto a uno scandalo che da subito aveva superato i confini delle vicende personali per diventare una questione politica, e che da lì a 72 ore lo porterà a rassegnare le dimissioni. Il giorno dopo, il 4 settembre, Sangiuliano andrà di fronte al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci per raccontare la sua verità e chiedere scusa, oltre che a sua moglie, alla premier Giorgia Meloni e a tutti i collaboratori del ministero. Proprio davanti alle telecamere della rete ammiraglia del servizio pubblico, il ministro aveva detto, rispondendo a una domanda di Chiocci: “Io l’ho chiamata ieri, i nostri rapporti si erano interrotti all’incirca l’8 agosto. L’ho chiamata per dirle di essere corretta e precisa nelle affermazioni. Cioè lei sa (…) che ho pagato io per le sue trasferte e i viaggi. Bisogna essere precisi”. “E le ha detto solo questo?”, chiede il direttore. “Sì, sostanzialmente questo era il motivo della telefonata”. Il Fatto è in grado di documentare alcuni dei passaggi salienti di questa telefonata che ha dei contenuti di rilevanza pubblica non solo perché a parlare è un ministro al tempo ancora in carica, ma anche perché molti dei dettagli che possiamo oggi svelare raccontano tutta un’altra verità rispetto a quanto aveva detto fino a quel momento Sangiuliano, rispetto a quanto avrebbe dichiarato al Tg1 e poi, soprattutto, rispetto a quanto metterà per iscritto nel suo esposto contro Maria Rosaria Boccia (e a seguito del quale la donna risulta indagata per i reati di violenza o minacce a corpo politico e lesioni personali).
La telefonata che abbiamo deciso di pubblicare non è una telefonata privata o tra due semplici cittadini. È una telefonata che è stata registrata dalla stessa Boccia che ha più volte ammesso di aver iniziato a farlo “per certificare la verità di una donna che diversamente non sarebbe stata creduta”. E che la donna avesse captato delle conversazioni era un’informazione di cui anche Sangiuliano era a conoscenza (“Mi sono accorto che lei registrasse ed è uno dei motivi per cui ho voluto interrompere la relazione”, aveva detto al Tg1). È una telefonata che è fonte di prova nell’indagine della Procura di Roma: i magistrati dovranno valutare se siano stati commessi reati e se risponda al vero, come sostiene l’ex ministro nella sua denuncia, l’accusa di “un ricatto perpetrato ai danni di un rappresentante di un’Istituzione della Repubblica: un evento senza precedenti in Italia”. Ecco perché abbiamo deciso di pubblicare.
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