Rivoli celebra l’artista che ha appena tagliato il traguardo dei novant’anni con un percorso curato da Carolyn Christov-Bakargiev
Avere 90 anni, essere progettuale, e creare la mappa di una Città ideale dell’avvenire, è la vera forza di Michelangelo Pistoletto. Guardandolo, colpisce quella discreta eleganza che lui trasforma in semplice carisma. Una vita costellata di premi e di mostre nei musei internazionali, passata nell’incessante ricerca per costruire un futuro migliore, e per far capire che non si trattava di un ideale, le ha dato una forma, una linea che incrociandosi due volte traccia tre cerchi, è il suo modo di trasformare la ricerca in arte, creando un simbolo, un logo più forte di un brand. Lo ha chiamato ilTerzo Paradiso, ha segnato la piramide del Louvre, lo vediamo nel bosco di Assisi, nel viale di ulivi lungo 240 metri; è stato disegnato dalle barche dei pescatori nel mare a L’Avana; ma non è tutto. IlTerzo Paradisoha raggiunto lo spazio con l’astronauta Paolo Nespoli per portare fuori dalla Terra un messaggio di speranza, con quel semplice segno.
Il percorso coerente di una vita: « Da giovane mi sono chiesto cosa era l’arte, che per me è diventata la massima libertà per fare il proprio segno autonomo da tutto». Il Castello di Rivoli lo celebra con una spettacolare mostra Molti di Uno curata da Carolyn Christov- Bakargiev e Marcella Beccaria da vedere fino al 25 febbraio. Un titolo non casualese si pensa che lui è partito dall’indagine personale: « Come artista sono un ricercatore, ho sempre voluto capire chi sono io». Si scopre questa ricerca attraversando l’architettura ortogonale della Manica Lunga di Rivoli, uno spazio dove lo spettatore può scegliere come muoversi, seguendo la sua strada, in un groviglio armonioso che porta tra 29 Uffizi, o stanze, indispensabili per costruire una nuova comunità eticamente responsabile: «Abbiamo lavorato insieme per mesi – sottolinea Christov-Bakargiev, che questo mese lascia la direzione di Rivoli – mi ha colpito la sua capacità di reinventare l’architettura, riportando in questo spazio energia e vitalità».
Si comincia con il famoso specchio dove ammirare il Pistoletto tecnologico, potente come un guru, un po’ vestito d’un po’ nudo, orgoglioso di mostrare i suoi QR- Code tatuati sulla pelle. Poi si prosegue per un lungo viaggio senza seguire un ordine cronologico. Qui c’è tutta la sua vita, dal Segno Arte nato nel ’ 76 che si ripete in ogni porta, c’è la Filosofia, quell’uomo in poliuretano che guarda in basso, nel pozzo, la Mitologia con la Venere degli stracci, la Comunicazione con il Mappamondo fatto di giornali, i Diritti con il tavolo specchiante, Love Difference;la Cosmologia che riunisce le sue formule, capaci di trasformare la fisica in arte e spiritualità. Soprattutto si capisce cosa rappresenta la sua “ oper- azione” partecipativa, con il coinvolgimento delle persone, infatti oggi in mostra, nella stanza della Sorveglianza, c’è seduto Giovanni Ardito, che lavora per la sicurezza del Castello, mentre controlla ogni immagine delle telecamere, felice ed emozionato di far parte dell’opera: « Per me questa è una giornata bellissima! » .
Ogni giorno, ogni stanza avrà il suo addetto di Rivoli specializzato in un qualche ambito, dall’esperto in comunicazione al giardinaggio: « Saremo felici se anche il pubblico verrà coinvolto, immagino già qualche discussione intorno al tavolo specchiante» aggiunge Christov-Bakargiev. C’è il quotidiano insieme atemi profondi per portare sempre un messaggio di speranza. Un grande gioco per creare una società interdisciplinare che superi le divisioni tra gli uomini con la demopraxia: « Un metodo che dobbiamo sviluppare con una organizzazione che parte dal basso » spiega Pistoletto, come ha già sperimentato a Biella nella Cittadellarte. Nelle ultime due stanze si incontrano artificio e natura, e tornano sei grandi QR-Code questa volta per parlare di IA, un altro tema caro all’artista: «Sono felice di come stiamo creando un universo senza fine, perché l’intelligenza artificiale soddisfa il bisogno degli uomini di essere immortali: ha la memoria e processa il presente » . Ma qui c’è anche tanto futuro, e Pistoletto a 90 anni non ha nemmeno paura di quello: « L’ho scritto nella prima pagina del mio libro La Formula della Creazione, non si può fare a meno di credere, io credo nella necessità del conoscere, e mi trovo dentro all’infinito: io sono, nel tempo e nello spazio».