Wallace Chan In Conversation
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29 Agosto 2023l’ex c.t.: qui farò la storia
di Gian Antonio Stella
«Lo stile per me è importante dentro e fuori dal campo, non è una questione di superficie ma di sostanza». Lo diceva Roberto Mancini, spiegando come fosse importante trasmettere certi valori anche ai suoi giocatori.
Il nuovo allenatore saudita non può dunque pensare che il modo e i tempi in cui ha scaricato con una Pec la nazionale italiana (non uno dei vari club allenati in giro per l’Europa in un mondo sempre più mercenario come il calcio: la Nazionale italiana) possa essere accettato alla pari della commessa d’un architetto all’estero. Lo stesso messaggio video segnato da ganassite acuta manco lui fosse Carlo Magno e si occupasse di sistemi planetari non di pallone («Ho fatto la storia in Europa, ora è tempo di fare la storia con l’Arabia Saudita») meriterebbe solo la celebre filastrocca di Trilussa («La lumachella de la Vanagloria / ch’era strisciata sopra un obelisco, / guardò la bava e disse: Già capisco / che lascerò un’impronta ne la Storia») se la scelta non fosse al servizio di un disegno politico nettissimo. Quello di usare il calcio come grimaldello per mostrare lo stato autoritario guidato da Mohammad bin Salman e dalla Sharia, tra i Paesi più sferzati da Amnesty International (196 impiccati nel solo 2022) e al 170º posto (su 180!) nella classifica di Reporters Sans Frontières sulla libertà di stampa, come un Paese «normale», aperto, ospitale, dove democraticamente accogliere prima possibile i mondiali di calcio, l’Expo, le Olimpiadi…
Auguri. Magari quando sarà lì, probabilmente in una reggia ancora più grande e sfarzosa di quella svettante sulla collina già comprata coi modesti guadagni precedenti nella natia Jesi, Mancini potrà approfittarne per raccontare ai sauditi, anche se vietano severamente ogni minima manifestazione di libertà religiosa che non sia islamica, della sua fede («Sono credente, cattolico, praticante, cresciuto in parrocchia») e della sua devozione alla Madonna di Medjugorje: «Se credo alle sue apparizioni? Sì, ci credo. Sono andato diverse volte…». Dopo la prima visita, anzi, raccontò in tv a Pierluigi Diaco, il Manchester City che guidava recuperò in sei giornate 8 punti in classifica andando a vincere il campionato inglese. Chissà se i sauditi, come portafortuna, ci faranno un pensierino…