IL SECONDO DELL’ERA MELONI – Canone in bolletta ridotto a 70. Vertici furiosi: tolti subito 20 milioni, il resto andrà negoziato ogni anno
“Seria e realistica”, la definisce la premier alla fine del Consiglio dei ministri. Giancarlo Giorgetti lo ripete più volte (“È improntata alla serietà”). Tradotto in numeri: la seconda legge di Bilancio dell’era Meloni vale 24 miliardi (28 se si considera anche il decreto fiscale collegato). Numeri che illuminano una manovra ridotta all’osso. “Molte richieste dei ministeri, anche meritevoli, non sono state accolte”, spiega il ministro dell’Economia. E non lo saranno nemmeno quelle dei parlamentari di maggioranza, visto che, per la prima volta nella storia, gli è stato imposto di non presentare emendamenti. Un accordo tra i leader la cui tenuta è però tutta da verificare. Al Senato, per dire, in Commissione Bilancio la maggioranza può contare solo su due voti in più.
Serietà e realismo sono comunque a tempo. Il grosso delle misure (le leggete in pagina) – il rinnovo del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35 mila euro (10 miliardi) e il mini taglio fiscale per i redditi bassi con l’accorpamento al 23% delle prime due aliquote Irpef fino a 28 mila euro (4 miliardi) – è infatti finanziato solo per il 2024. Stesso discorso per il miliardo destinato a “famiglie e natalità”. Al comparto sanitario vanno 3 miliardi in più; 5 miliardi per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego (più altri 2,5 per il personale sanitario). Il più sacrificato è il capitolo pensioni, con una stretta all’uscita anticipata che alza di un anno il requisito anagrafico di Quota 103. Archiviata qualsiasi velleità di eliminare la riforma Fornero.
Il grosso delle coperture arriva, per tre quarti, dal maggior deficit nel 2024 per 15 miliardi, mentre il taglio fiscale attinge al fondo ad hoc per 4 miliardi stanziato lo scorso anno. Al resto contribuiscono pesanti tagli di spesa: 5 miliardi, di cui 2 a carico dei ministeri, che subiscono una riduzione del 5% sulle “spese discrezionali”, il resto a carico di Regioni ed enti locali.
Ogni partito ottiene comunque le sue bandierine. FdI le misure per le famiglie, Forza Italia un mini aumento delle pensioni minime (circa 20 euro). Le più vistose le sventola Matteo Salvini. La prima è l’annuncio degli stanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina (“I soliti commentatori dovranno ricredersi”). Il finanziamento coprirà l’intero costo dell’opera, cioè “12,3 miliardi”, spiega Giorgetti, ma “nell’orizzonte temporale dei primi tre anni sono finanziate le prime tre quote, a salire”. Tesoro e Palazzo Chigi si guardano bene dal menzionare cifre nei comunicati. Stando a quanto filtra, parliamo di 700 milioni per il 2024 – quando, secondo Salvini, dovrebbero partire i primi lavori – 1,2 miliardi per il 2025 e 1,7 per il 2026: 3,6 miliardi nel triennio, per un’opera il cui costo complessivo, previsto nel Def, è di 15 miliardi. Saranno tutti a carico dello Stato, visto che il decreto con cui Salvini ha resuscitato l’opera ha imposto di abbandonare il project financing (i privati si ripagano le spese con le tariffe) bocciato dal governo Monti nel 2012 perché nessuna banca era disposta a finanziarlo.
La seconda bandierina è il taglio del canone Rai in bolletta. Salvini aveva promesso di eliminarlo, invece si passa da 90 a 70 euro: 20 euro in meno che valgono 440 milioni per il bilancio della società, di cui 420 saranno però garantiti da trasferimenti pubblici vincolati agli “investimenti”. Forse permetterà di aggirare la richiesta Ue di togliere il sussidio dalla bolletta, ma la sostanza è che alla Tv pubblica vengono tolti subito 20 milioni e una quota consistente del finanziamento non sarà più garantito strutturalmente ma andrà negoziato ogni anno, cosa che ha fatto infuriare i nuovi vertici dell’azienda, peraltro voluti da Meloni.
C’è spazio anche per una misura bizzarra: viene alzato a 2 mila euro il contributo per l’iscrizione volontaria al Servizio sanitario per gli stranieri extracomunitari che non sono già obbligatoriamente iscritti, sostanzialmente turisti, studenti (per cui è prevista una riduzione), personale diplomatico, religioso e ultra-65enni entrati per ricongiungimento familiare.